Il WWF valuterà un ricorso «dopo aver visto le motivazioni del governo». E invoca un cambio di strategia in futuro
BELLINZONA - Si è fatta attendere la decisione del Consiglio di Stato: abbattimento autorizzato. Da ieri è scattato il termine di 60 giorni per abbattere il lupo nell'Alta Valle Maggia. Ma oltre che per l'animale, anche per gli animalisti inizia ora una corsa contro il tempo.
Le associazioni per la difesa del lupo possono infatti presentare ricorso, come già accaduto in passato, contro l'ordine di abbattimento. Il WWF da noi contattato fa sapere che «analizzerà le carte nei prossimi giorni» e prenderà a sua volta una decisione «entro settimana prossima». Il rischio, dal punto di vista degli animalisti, è che durante l'eventuale procedura legale il lupo venga abbattuto.
«Se chiedessimo l'effetto sospensivo, non ci verrebbe probabilmente concesso. Ci è già capitato in passato di ottenere ragione in sede di tribunale quando ormai il predatore era già stato ucciso» ricorda il responsabile del WWF in Ticino Francesco Maggi. L'associazione - precisa - non ha ancora una posizione al riguardo. «Aspettiamo di vedere la documentazione, che non ci è ancora pervenuta. Dopodiché la analizzeremo assieme al coordinamento centrale di Zurigo».
Il punto dirimente, secondo Maggi, non sono tanto le misure di protezione. «Per come si configura oggi il pascolo nella Valle Maggia, non ci vogliono degli studi per capire che le greggi non sono proteggibili». Semmai «andremo a valutare se il lupo in questione è solitario oppure appartiene a un branco», nel qual caso si applicherebbero regole più restrittive per l'abbattimento.
Ad eseguire l'ordine non sarebbero cacciatori qualunque, ma i guardiacaccia cantonali. «Nessun altro può sparare al lupo e nessuno vuole farlo» rassicura Aaron Balli, portavoce della Società Cacciatori Diana Vallemaggia. «Il nostro auspicio, in solidarietà con il mondo dell'allevamento così duramente provato da questa situazione, è che l'ordine venga eseguito al più presto». Secondo Balli la conformazione della Valle Maggia «non permette di attuare misure di protezione per le greggi a causa del territorio impervio» e l'abbattimento era l'unica soluzione.
Di diverso avviso il WWF. Delle soluzioni alternative «esistono e andrebbero adottate nell'ambito di una pianificazione del territorio a lungo termine, cosa che negli anni passati non è stata fatta» conclude Francesco Maggi. «In futuro delle soluzioni andranno trovate, perché che piaccia o meno il lupo non si fermerà alla frontiera e dovremo farci i conti».