La colonnina di mercurio sta superando nuovi record già nel mese di maggio
L'aumento dei giorni di caldo è però un trend preoccupante: lavoratori ed imprese dovranno adattarsi
BELLINZONA/BERNA - Piscine piene, grigliate a volontà e maniche corte anche di sera: l'estate è arrivata in anticipo quest'anno.
Seppur anche in Svizzera sono stati spazzati via dei record, non è nulla in confronto ad altri Paesi più caldi, come ad esempio l'Italia o la Francia. L'anticiclone Hannibal ha infatti portato il termometro a ben oltre i 30°C, aggravando persino la siccità nelle aree più colpite. Ma anche il resto del mondo soffre: in Texas - visto il sovraccarico delle centrali elettriche - è stato chiesto ai cittadini di risparmiare energia e di ridurre l'aria condizionata. L'India e il Pakistan stanno soffrendo una persistente ondata di calore.
Insomma, il trend è chiaro ed è comune a diversi Paesi. Ciò che è condiviso da tutti, però, è anche un altro problema: mentre c'è sempre più trambusto nei lidi, il contrario ha luogo nei cantieri: si può lavorare all'aperto, con un caldo così intenso? La situazione, come riassume in un approfondimento la "Sonntagszeitung", è parecchio calda.
Come si lavora, quando fa troppo caldo?
Secondo le stime della Segreteria di Stato per l'Economia (Seco), le prestazioni dei lavori pesanti all'aperto iniziano a calare già da una temperatura di 23 gradi Celsius. In ufficio, invece, si dovrebbe essere in grado di lavorare in modo efficiente fino a un massimo di 31 gradi. Altri studi (il più conosciuto della Columbia University), però, mostrano un calo delle prestazioni a partire da circa 26 gradi.
Gli effetti del caldo sulla produttività del lavoro in Svizzera (e la loro evoluzione con il cambiamento climatico nei prossimi decenni) sono oggetto di un recente studio del Politecnico di Zurigo, dell'Università di Basilea, di MeteoSvizzera, dell'Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale e dell'Ufficio per i rifiuti, l'acqua, l'energia e l'aria del Canton Zurigo.
Secondo i ricercatori, la Svizzera perde circa 413 milioni di franchi di lavoro all'anno, a causa del caldo. Seppur sembri poco rispetto al reddito da lavoro complessivo di circa 415 miliardi di franchi all'anno, è comunque un dato notevole. In particolare paragonandolo ad altre somme: le assenze dovute all'influenza stagionale, ad esempio, portano perdite per 200 milioni di franchi, e qui si parla del doppio.
Il Ticino tra i più colpiti
Chiaramente, la situazione relativa ai giorni di caldo aumenterà ancora, a causa dei cambiamenti climatici. Secondo le previsioni dei ricercatori, le perdite di produttività aumenteranno del 17% nello scenario climatico più favorevole entro il 2050 e fino al 58% nello scenario meno favorevole.
Per quanto riguarda il lavoro fisico all'aperto, lo studio stima che i cantoni più colpiti saranno il Ticino, il Vallese, e Ginevra, come anche l'area di Basilea. D'altra parte, la "maggior perdita" di produttività avverrebbe nei Grigioni, nel Canton Uri, a Glarona ed Obvaldo, perché nelle regioni ad alta quota si verificano ancora raramente dei giorni talmente caldi da intaccare l'efficienza del lavoro.
Dalla politica - a livello mondiale - ci si muove, e si stanno adottando misure di adattamento: più automazione, digitalizzazione, (ove possibile) riduzione delle fonti di calore sul luogo di lavoro (ad esempio con l'aria condizionata), riduzione dell'intensità lavorativa, sviluppi tecnologici negli edifici e nell'abbigliamento, posticipazione e riduzione dell'orario di lavoro, e così via. Soluzioni spesso difficili per le aziende più piccole.
«Finire prima e fare più pause»
I pericoli del lavoro con un caldo eccessivo sono già noti all'interno degli uffici del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD. «Nelle giornate particolarmente calde, i dipendenti dovrebbero poter fare più pause e finire prima il lavoro», secondo Katharina Prelicz-Huber, presidente del Sindacato. Per lei, con le estati sempre più calde, sono necessarie nuove strutture lavorative, «altrimenti metteremo in pericolo la salute di molti lavoratori».
Il consigliere nazionale del PLR Beat Walti la vede anche come un'opportunità per introdurre una parziale flessibilità nel mondo del lavoro: «Si potrebbe permettere ai dipendenti di fare una siesta durante il picco più caldo e di continuare a lavorare la sera, ad esempio, quando fa più fresco».
«Si sta già facendo abbastanza»
I rappresentanti del commercio, invece, non vedono al momento la necessità di intervenire. «Le imprese edili stanno già facendo abbastanza individualmente per proteggere i propri dipendenti dal caldo», ha affermato al quotidiano 20 Minuten Hans-Ulrich Bigler, direttore dell'associazione di categoria. «La situazione climatica non è diversa da quella di altre estati calde, quando fa molto caldo il datore di lavoro introduce regole speciali per le pause, assicurandosi la presenza di bevande e protezioni dal sole».
Per Bigler, è irrealistico modificare gli orari di lavoro in altri settori a causa del caldo: «Non vedo perché chi si trova in una stanza con l'aria condizionata dovrebbe essere stanco a causa del caldo che c'è fuori».
Verso una Svizzera mediterranea
La cosa certa è che la Svizzera si sta dirigendo verso un clima più mediterraneo, e in tal senso il Ticino - il Cantone con più giorni di caldo e notti tropicali - può fare da esempio per il resto del Paese, che dovrà adattarsi.
Un compito che per molte nazioni povere tra le più colpite, in particolare nell'emisfero Sud, si preannuncia tutt'altro che facile, anche perché non hanno a disposizione le stesse risorse per trovare delle soluzioni.
Si può quindi essere contenti di fare il bagno e di grigliare già a maggio, ma è una gioia le cui conseguenze non vanno sottovalutate.