Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri riaccende il dibattito sui centri di asilo al di fuori del territorio nazionale.
Danimarca e Regno Unito si sono già mobilitati per firmare accordi con i paesi africani che potranno in futuro ospitare i migranti arrivati in Europa.
BELLINZONA - L'arrivo in massa dei richiedenti di asilo ucraini ha riportato l'attenzione mediatica su un problema mai risolto. La saturazione dei centri di accoglienza obbliga le autorità a pensare a nuove soluzioni. Alcuni governi europei si sono già mossi in questa direzione. Danimarca e Gran Bretagna hanno annunciato di voler alloggiare i richiedenti l’asilo non su suolo nazionale, bensì in Africa. In particolare il primo ministro Johnson ha firmato recentemente un accordo con il Ruanda per la realizzazione di centri d'accoglienza lontani dal Regno Unito.
Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha già presentato una mozione al Consiglio Federale, il 17 giugno dello scorso anno, per chiede una soluzione simile anche per nostro paese. Il consigliere ticinese ripresenta ora un'interpellanza per riaccendere il dibattito attorno alla sua proposta. «Il flusso epocale di profughi ucraini impone la fissazione di priorità. Le possibilità d’accoglienza del nostro paese non sono certo infinite» sottolinea il consigliere della Lega.
Quadri elenca i vantaggi che una ricollocazione su territorio non europeo dei migranti porterebbe allo Stato: «l'evidente risparmio, poiché in Africa si possono realizzare strutture conformi agli standard internazionali a costi nettamente inferiori di quelli europei». Oppure, continua il consigliere «la riduzione di flussi migratori ingiustificati di persone che non hanno diritto all'asilo».
Il Consiglio Federale si è già espresso sull'iniziativa danese. «Inattuabile» è stato l'aggettivo utilizzato a Berna, che ha ribadito le complesse questioni di diritto internazionale che l'iniziativa comporterebbe. «Tali centri - si legge nella risposta alla mozione di Quadri - non risolverebbero necessariamente il problema delle entrate illegali nello spazio Schengen e della migrazione economica. Non è quindi certo che un tale sistema risulterebbe più efficiente in termini di risorse».
Quadri rincara la dose facendo leva sul nuovo accordo, firmato il 14 aprile scorso, tra il governo Johnson e il Ruanda. Sono tre le domande che il consigliere della Lega rivolge al Consiglio Federale: