Paolo Righetti, presidente di Swissoil Ticino, si è espresso sulla proposta dei Verdi in merito ai mezzi pubblici.
«Lo stato si trova tra l'incudine e il martello» sottolinea Righetti, aggiungendo che i prezzi della benzina sono difficilmente sostenibili per la popolazione.
BELLINZONA - L'iniziativa del gruppo Verdi Ticino non fa l'unanimità. La proposta di abbassare i prezzi dell'abbonamento Arcobaleno in tutto il cantone preoccupa parzialmente il presidente di Swissoil Ticino, Paolo Righetti. Ricordiamo che l'iniziativa chiede una riduzione drastica della tariffa dei trasporti pubblici durante tutta la durata del conflitto in Ucraina. Il tema è di stretta attualità e sta accendendo da giorni il dibattito politico. Anche i Giovani leghisti hanno deciso di lanciare una petizione con l'obiettivo di chiedere al Consiglio federale di rinunciare a parte delle entrate fiscali derivanti dalla tassa sul carburante.
«È chiaro che se i prezzi dei mezzi pubblici diminuiscono, come suggeriscono i Verdi, è molto probabile che ci sarà un impatto per noi» debutta Righetti. «Sarebbe utopico pensare diversamente. Eppure ritengo che la proposta sia comprensibile visto il costo attuale del prodotto. Un intervento di questo genere invoglierebbe la gente a utilizzare treni e bus riducendo di conseguenza il consumo di carburante».
Crede che il governo attuerà nuove misure per contrastare l'aumento dei prezzi?
«È difficile da prevedere, lo Stato ha un'ampia offerta da finanziare. Tagliare le entrate vorrebbe dire mettere in difficoltà le sue risorse. Da un lato capisco che Berna vuole mantenere la propria offerta. Dall'altro però, da consumatore, trovo giustificate le richieste della popolazione di ridurre il costo. Come venditore questa soluzione mi permetterebbe di vendere il prodotto a un prezzo migliore. Perché ovviamente una tariffa così elevata non giova alla nostra categoria».
Negli ultimi giorni si è discusso anche di altre alternative come per esempio abbassare la tassa sul carburante. Quanto è realistica questa possibilità?
«Rispetto alla proposta dei Verdi questa è un'iniziativa completamente diversa. Una soluzione va a favorire chi ha la possibilità di usare un mezzo pubblico perché lavora in un luogo fisso. L'altra soluzione andrebbe ad aiutare invece chi, senza disporre di alternative, ha una necessità imprescindibile di spostarsi con il proprio veicolo. Dire quale è la soluzione giusta è impossibile».
Quanto questa situazione potrà perdurare senza un intervento pubblico?
«Che i prezzi siamo difficilmente sostenibili dalla popolazione è un dato di fatto. Contemporaneamente anche una diminuzione delle entrate da parte dello Stato è una strada molto complicata da percorrere. Di conseguenza le autorità si trovano tra l'incudine e il martello. Bisogna capire se è più importante mantenere l'attuale offerta dei servizi oppure intervenire per abbassare il costo della benzina. L'imposta sui carburanti ha un enorme impatto sulle finanze pubbliche e non è evidente tagliare questa risorsa».