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CANTONETerme e parchi acquatici prosciugati dall'aumento del costo dell'energia

08.06.22 - 06:30
«Costi raddoppiati. Purtroppo aumentare i prezzi è inevitabile», spiega il direttore di Termali Salini di Locarno. 
Ti Press
Terme e parchi acquatici prosciugati dall'aumento del costo dell'energia
«Costi raddoppiati. Purtroppo aumentare i prezzi è inevitabile», spiega il direttore di Termali Salini di Locarno. 
Preoccupazione anche al California di Balerna e allo Splash&Spa di Rivera. Che tuttavia ricorre al pellet ticinese: «Una scelta lungimirante che oggi paga».

LUGANO - Anche e soprattutto le piscine sono confrontate con il rincaro dei costi legati a gas, combustibili ed elettricità. Per scaldare l’acqua occorre infatti parecchia energia. A maggior ragione in quegli stabilimenti che propongono vasche termali, dove l’acqua viene portata a una temperatura superiore alle "normali" piscine.

Energia, ma non solo - «Rispetto al 2019, l’ultimo anno con il quale ha un senso fare un paragone, i costi dell’energia sono raddoppiati», conferma la Direzione di Termali Salini di Locarno. Ma non è unicamente il rincaro dell’energia - che non serve solo a scaldare l’acqua delle piscine, ma anche a riscaldare e ventilare i locali - a preoccupare: «Dalle candele, all’olio per i massaggi, fino alla carta igienica. Praticamente tutto costa di più».

Inevitabile aumentare i prezzi - Di conseguenza, l’azienda ha già preso una serie di accorgimenti per cercare di limare i costi: ridurre «drasticamente» i consumi durante le ore di chiusura e cambiare i fornitori quando conviene farlo. Sarà tuttavia «inevitabile», a partire da luglio, intervenire anche su un’altra variabile: i prezzi. «Purtroppo saremo costretti ad aumentare leggermente i prezzi d’entrata e dei vari trattamenti», anticipa il direttore Filippo Thomann. Un minimo aumento dei costi sarebbe stato sostenibile - assicura - ma un raddoppio no: «Mediamente ogni cliente consuma 6-7 franchi di energia. Se ora questo costo sale a 12 franchi, proporre un’entrata a 32 franchi non è più possibile».

Immagine e coerenza - Alcune piscine hanno di recente deciso d'intervenire su un altro fattore: la temperatura dell’acqua. A Locarno però non si vuole percorrere questa strada: «La nostra filosofia, che tra l’altro ci distingue dagli altri, è di avere la temperatura dell’acqua da 35°C a 39°C. Durante l’estate, ogni anno, viene leggermente abbassata, ma se intervenissimo raffreddandola troppo perderemmo uno dei nostri atout», argomenta Thomann. Al di là dell’immagine, annota ancora il nostro interlocutore, «nuotare in una piscina a 26°C invece che 28°C cambia poco. Rilassarsi a 32°C invece che 35°C è diverso».

Preoccupazione diffusa - Avendo fissato in precedenza il prezzo dell’energia con il suo fornitore - il riscaldamento delle piscine e dell’ambiente funziona a gas - il California Acquapark di Balerna non ha ancora avuto ripercussioni. «Il problema lo sentiremo sicuramente al rinnovo del contratto. Si parla di un rincaro che potrebbe arrivare fino al 50% rispetto al prezzo attuale, quindi dovremo chinarci sulla questione e cercare delle soluzioni percorribili. Non sarà per niente semplice, la cosa sicuramente ci preoccupa», spiega il titolare Alberto Gianetti.

La lungimiranza non basta - Lo Splash&Spa Tamaro utilizza invece per il 90% energia proveniente dal cippato ticinese. «Grazie a questa decisione lungimirante presa più di 10 anni fa e all’ottima collaborazione con i fornitori siamo riusciti a fissare il prezzo fino al 2023», illustra la direttrice Anna Celio. Ciò non toglie che anche a Rivera un po’ di preoccupazione c’è. Un parco acquatico non vive infatti di sola energia. E anche qui si è assistito a un rincaro del materiale di uso corrente e di quello necessario per i trattamenti estetici e per i massaggi.

Pro e contro della bassa stagione - Va infine detto che per queste strutture, contrariamente alle piscine tradizionali, il periodo estivo è quello cosiddetto di bassa stagione, quindi con meno affluenza. Spesso si apre qualche ora dopo e si chiude qualche ora prima. Un aspetto che da un lato può sì permettere di risparmiare qualche franco. Ma dall’altro, essendoci meno clienti, garantisce anche meno entrate finanziarie.

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