Il Ticino ha vissuto due annegamenti negli ultimi tre giorni. Ne abbiamo discusso con la capo progetto di Acque Sicure.
Fabienne Bonzanigo lancia un appello alla prudenza: «Gli sbalzi di temperatura e le forti correnti sono un pericolo. Così come è pericoloso sopravvalutare le proprie capacità durante uno sforzo fisico».
BELLINZONA - Con due annegamenti in due giorni, l'estate inizia male sotto il profilo dell'approccio alle acque ticinesi. «La prudenza fa la differenza», recita lo slogan della nuova campagna di "Acque sicure" lanciato meno di due settimane fa. Un messaggio, questo, utile a rinfrescare la memoria sui pericoli che si nascondono dietro attività ludiche, rigeneranti e rilassanti come possono essere fare un bagno in un lago, una nuotata in piscina o un'immersione in un fiume. Il bilancio negativo registrato durante l’estate scorsa (nove annegamenti in totale, di cui cinque nei laghi, tre nei fiumi e uno in piscina) è infatti la prova di quanto sia facile che il divertimento si trasformi in un attimo in tragedia.
Due vittime in due giorni - Così è stato venerdì per il 14enne del Liechtenstein morto per un tuffo nelle acque della Maggia, nella zona del Pozzo di Tegna. E pure per il 78enne francese finito improvvisamente sott’acqua mentre sabato nuotava nelle acque del Ceresio. Due casi agli antipodi sia per l’età delle vittime, sia per la dinamica. Ma che hanno un punto comune: una possibile mancanza di prudenza che ha avuto conseguenze letali.
Appello alla prudenza e ai genitori - «Sappiamo che quando ci si tuffa nel fiume non si sa cosa ci sia sotto», esordisce Fabienne Bonzanigo, capo progetto di Acque Sicure, riferendosi al dramma di Tegna. «I sassi possono essere un problema, così come gli sbalzi di temperatura e le forti correnti che magari non appaiono in superficie». Sempre sull’annegamento avvenuto nel Locarnese, Bonzanigo lancia un appello ai genitori. «La vittima aveva solo quattordici anni. A quell’età, i ragazzi vanno tenuti maggiormente sott'occhio in quanto spesso sottovalutano il pericolo».
Zona pericolosa - Soprattutto in una punto, quello del Pozzo di Tegna, noto per i suoi rischi. «Insieme a Lavertezzo e Aquino in Valle Verzasca, quella di Ponte Brolla è una delle zone che la commissione di Acque Sicure tiene maggiormente sotto osservazione e nella quale sono presenti diversi cartelli, in varie lingue, per mettere in guardia gli avventori dai rischi specifici. Dal primo luglio in questi tratti di fiume agiranno quotidianamente dei pattugliatori. Ma purtroppo il caldo esploso in questi giorni ha anticipato i nostri piani».
Sopravvalutazione delle proprie capacità - Per quanto riguarda l’annegamento di Caslano, secondo l’esperta, potrebbero aver influito sia il gran caldo sia una sopravvalutazione delle proprie capacità da parte della vittima. D’altronde quest’ultimo è uno dei principali temi della campagna informativa lanciata dal Cantone che si focalizza proprio sulle persone della terza e quarta età. «I 78 anni e le condizioni climatiche pesanti, unite allo sforzo nella prestazione fisica possono sicuramente aver giocato un ruolo in questa tragedia», sottolinea Bonzanigo. «A queste persone consigliamo di avere dei sistemi di aiuto al galleggiamento in caso di spossatezza o di un mancamento».
Sette annegamenti in quattro giorni in Svizzera - Quelli appena trascorsi sono stati giorni neri per laghi, fiumi e piscine elvetici. Oltre ai due decessi registrati nelle acque ticinesi, si sono infatti verificati altri cinque annegamenti in tutta la Svizzera. Due di questi sono avvenuti nel lago di Neuchâtel, dove hanno perso la vita una donna di 65 anni (spirata in ospedale dopo esser stata ritrovata esanime a Chevroux) e un uomo di 85 anni, deceduto a Grandson. A San Gallo un 46enne è morto in una piscina, mentre a Berna un 59enne è annegato nel fiume Aare. Infine un 23enne era annegato giovedì nel lago di Sarnen per recuperare un pallone.