Il tema degli UFO raccontati da una ticinese che se ne è appassionata trent'anni fa
Intervista a Candida Mammoliti, presidente del Centro Ufologico della Svizzera Italiana: «L’ostruzionismo che ho trovato in Ticino non l’ho visto da nessuna parte»
LUGANO - “Si trovano più mondi ed il credere che sia solo questo mondo è grandissima ignoranza”. Anche per queste parole del 1599 il filosofo Giordano Bruno fu messo al rogo. Ai giorni nostri, nel nostro cantone opera il Centro Ufologico della Svizzera Italiana (CUSI) che si è prefissato l’obiettivo, dal primo novembre del 1995, di fare luce su un argomento ostico come le curiosità di quanto già di “ufologico” c’è nella nostra vita quotidiana.
In vista della giornata mondiale degli UFO del 2 luglio - la stessa data in cui nel 1947 è avvenuto il misterioso incidente di Roswell dove si presume si siano schiantati degli alieni sulla terra – una ricorrenza creata per sensibilizzare “sull’esistenza di creature intelligenti provenienti dallo spazio”, abbiamo sentito Candida Mammoliti direttrice del CUSI che sull’argomento è un fiume in piena. Lei ci conferma che «come già nel 1500 chi crede in vite extraterrestri è discriminato e visto con scetticismo perché ammettere che esistano creature più intelligenti di noi che potrebbero invaderci, significa una perdita di potere delle autorità». Ma andiamo con ordine.
Come è sorto questo suo interesse?
«È nato nel 1989. Avevo sentito un racconto da una ragazza che conoscevo su un avvistamento. Da allora ho approfondito sempre di più addentrandomi in questo campo di ricerca interdisciplinare, fino a creare nel 1995 l’unico centro di ricerca ufologico in Ticino».
Lei ha già assistito ad un avvistamento?
«Ho assistito ad un unico avvistamento in una notte chiara d’inverno nelle vicinanze di Dalpe. Ho visto un luminosissimo oggetto bianco di forma rettangolare, volava basso sotto le cime delle montagne e ha attraversato tutta la vallata in massimo due secondi. In quel momento ero sola. Questo purtroppo è il destino di quasi tutti i testimoni di questi avvistamenti».
Come CUSI avete ricevuto tante segnalazioni?
«Dal 1995 fino ad ora abbiamo ricevuto oltre un migliaio di segnalazioni e circa 800 le riteniamo non identificate, cioè non corrispondono a qualcosa di convenzionale. Ad ogni segnalazione facciamo compilare un formulario dove chiediamo tutti i dettagli possibili oppure incontriamo l’avvistatore. È un lavoro lungo perché bisogna capire se è dovuto a un fenomeno atmosferico, o a un satellite, o a un aeromobile oppure risulta non identificabile».
Quale è la tesi più convincente della presenza degli UFO?
«Noi consideriamo le distanze secondo le nostre conoscenze e i nostri parametri, descritti anche da Einstein. Quando viaggiamo nello spazio, andiamo ancora in linea retta mentre è possibile, data la curvatura dell’universo, secondo la teorie moderne, viaggiare tra una piega dell’universo e l’altra (un po’ come nel film Interstellar, ndr). In questo modo gli UFO viaggiano nell’universo anche attraversando distanze immense. Noi viviamo in un cosmo enorme e si presuppongono più universi in cui ci sono 100 miliardi di galassie, quindi come possiamo avere la presunzione di essere gli unici esseri intelligenti? Questo è ridicolo».
Come affronta la Svizzera e il Ticino questo argomento?
«Ci sono state delle indagini dell’aviazione militare, ma poiché non c’è una minaccia per la Svizzera, questo dossier è stato chiuso e non più riaperto. In Ticino invece ho incontrato tanti politici ricevendo solo risposte negative. Con Norman Gobbi ho pure avuto un incontro, in cui ho chiesto un finanziamento di 25mila franchi per creare un archivio digitalizzato con tutte le documentazioni di valenza nazionale, come già esiste in Francia o in Brasile, ma ebbi un no come risposta. Abbiamo già avuto delle collaborazioni con le università ticinesi, ma il riscontro dalle autorità è sempre stato nullo. Inoltre ho svolto parecchi simposi in giro per il mondo ed ho anche incontrato capi di stato come il principe del Liechtenstein, ma l’ostruzionismo che ho trovato in Ticino non l’ho visto da nessuna parte».
È mai stata ostacolata per il suo lavoro?
«Dal 2007 siamo screditati dalla maggior parte dei mass media. Cioè da quando il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) - di cui Paolo Attivissimo era presidente della sezione ticinese - è arrivato in Ticino, ci denigrano e ridicolizzano per quanto riguarda gli avvistamenti e le nostre teorie sui cerchi nel grano, solo perché non siamo scienziati e non hanno mai accettato il confronto con noi».
40 anni fa è uscito il film “E.T.”, crede che più persone si avvicinarono a questo tema?
«Penso di sì. Il film fu dedicato a Carl Sagan, un astronomo e scrittore di fantascienza che fondò un progetto per la ricerca di extraterrestri. La cinematografia spesso è avanti con il tempo e Spielberg ha colto un messaggio importante inserendolo in un contesto umano, non scientifico, ma stimolante».