Per Francesco Maggi è la normalità da tempo. Ma quest'estate forse dovremmo imparare tutti da lui
Ma applica con rigore una serie di regole anti-siccità
LOCARNO - A casa sua Francesco Maggi ha una vasca da bagno, ma non la usa mai. Corre sempre a chiudere i rubinetti, a spegnere gli interruttori della luce in ogni stanza. Non annaffia l'orto. Stira le camicie con l'acqua dell'asciugatrice, con quella della piscinetta gonfiabile - comprata per la figlia piccola - bagna le piante in giardino.
L'ex deputato e responsabile del Wwf in Ticino è la persona giusta a cui chiedere consigli in tempo di scarsità d'acqua. Locarnese, 61 anni, nella sua casa bi-familiare applica da tempo regole più ferree di quelle imposte di recente da alcuni Comuni ticinesi per fronteggiare la siccità. «L'acqua è una risorsa preziosa - dice - non va assolutamente sprecata».
Lei come si regola?
«Come ho sempre fatto. La nostra associazione ha condiviso tempo fa una serie di indicazioni per il risparmio idrico. Come tutto il comitato io mi ci attengo, nel limite del possibile e aggiungendoci del mio».
Ad esempio?
«Piccole cose. Uso lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico. Aeratori nei rubinetti. Controllo abitualmente con l'azienda idrica lo stato dei consumi, per verificare la presenza di perdite. Non faccio la doccia ogni giorno, tranne nei periodi caldi».
La doccia è un cruccio del Wwf? Folco Pratesi, fondatore dell'associazione in Italia, afferma di non farla mai.
«Non sono così estremista. La doccia è sicuramente meglio della vasca da bagno».
E della piscina. Ce l'ha?
«Solo la piscinetta gonfiabile di mia figlia. Ma quest'anno non l'abbiamo gonfiata».
Lei vive a Locarno, dove non sono state emanate particolari raccomandazioni.
«La siccità che vediamo quest'anno in Ticino non ha precedenti. Credo sia giusto adottare comportamenti responsabili, anche laddove le risorse idriche non sono al limite».
In alcune località del Mendrisiotto sono scattate regole ferree. Ad esempio è vietato lavare le auto.
«Lo faccio due volte l'anno»
Bagnare il piazzale fuori casa
«Idem»
Annaffiare l'orto.
«Uso la pacciamatura, una tecnica che consiste nel ricoprire di vegetali il terreno per conservare l'umidità. Quest'estate non ho dovuto annaffiare una sola volta».
Lo faceva anche prima della siccità?
«Ho sempre cercato di lasciare il più possibile l'acqua ai fiumi e ai pesci. Il problema idrico è di lunga data e necessita di scelte a lungo termine. Non solo nei consumi domestici».
A cosa si riferisce?
«I consumatori dovrebbero rivedere le abitudini di acquisto a largo raggio. Anche il cibo e gli abiti che compriamo comportano un consumo idrico. Il cotone soprattutto».
Niente shopping quindi.
«Personalmente cerco di riusare gli abiti e allungarne la vita il più possibile. Mia moglie ogni tanto ne fa sparire qualcuno»
Ma il comportamento dei singoli è così importante?
«Importantissimo. È chiaro che anche l'ente pubblico deve fare la sua parte. In Ticino si è fatto molto e bene per ottimizzare le risorse ed evitare le dispersioni».
Lei non si è ricandidato alle Cantonali del 2019, dopo quattro legislature in Gran Consiglio. Cosa suggerirebbe alla politica oggi?
«Sul piano pratico molti Comuni potrebbero fare di più. A cominciare dal verde pubblico. Andrebbero introdotte vegetazioni a basso consumo come in Svizzera interna. In Ticino fatichiamo ancora ad accettare un prato pubblico che non sia verdissimo, tagliato spesso, fiorito. È un esempio: servirebbe un cambiamento culturale».