Con l'Ufficio del medico cantonale abbiamo fatto il punto su questa malattia che nel mondo ha infettato 14'000 persone.
Come era già successo per il primo caso ticinese, anche le quattro nuove infezioni da vaiolo delle scimmie hanno avuto «un decorso blando».
BELLINZONA - «Non ho dubbi che non sarà l'ultimo». Così Giorgio Merlani aveva commentato il primo caso di vaiolo delle scimmie registrato a giugno in Ticino. Una premonizione, quella del medico cantonale, che a meno di un mese di distanza si è rivelata esatta. «Anche in Ticino - precisa il suo Ufficio su richiesta - vi sono stati altri casi dopo il primo segnalato. Attualmente si possono contare cinque segnalazioni in totale».
Decorsi blandi - Cinque contagi che però non hanno avuto troppe ripercussioni sulla salute di chi si è infettato. «In tutti i casi il decorso è stato blando», precisano dall'Uffico del medico cantonale, specificando che la problematica è «o risolta» o «in via di guarigione». Per quanto riguarda invece il luogo in cui i cinque ticinesi si sono infettati, le autorità sanitarie cantonali «non entrano nel merito», specificando però che in «linea generale» la maggior parte dei casi sono avvenuti all’estero e che le «indagini ambientali non hanno identificato focolai in Ticino».
La vecchia vaccinazione protegge (almeno un po') - Il vaiolo delle scimmie, come reso noto ieri dall'Oms, continua però a galoppare nel mondo con quasi 14'000 contagi confermati. Un'impennata che ha fatto tornare d'attualità il vaccino per combatterla, tanto che negli scorsi giorni a New York si sono create lunghe file per farsi vaccinare. Una corsa che però al momento non c'è in Svizzera, visto che l'Ufsp per ora non ha diramato alcuna raccomandazione. «Nel nostro Paese - ricorda l'Ufficio del medico cantonale - la vaccinazione contro il vaiolo è stata somministrata fino al 1972. Tale vaccinazione protegge almeno parzialmente anche da questa tipologia di virus».
La miglior protezione - Insomma al momento - come aveva già detto a suo tempo Giorgio Merlani - non vi è alcuna emergenza sanitaria creata dal vaiolo delle scimmie. Anche se l'Ufficio del medico cantonale ci tiene a ricordare come il virus viene trasmesso e di riflesso in che modo proteggersi da esso. «La trasmissione avviene per di più a seguito di rapporti sessuali occasionali e non protetti. La miglior protezione è quindi quella di... proteggersi», concludono le autorità, ricordando «che anche altre malattie si possono trasmettere sessualmente e possono essere pericolose».
I sintomi - I primi sintomi della malattia sono febbre, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena e gonfiore dei linfonodi. Da uno a tre giorni dopo la comparsa della febbre, si sviluppa un'eruzione cutanea con vescicole o pustole. L'eruzione cutanea di solito si diffonde dalla testa al resto del corpo. Possono essere colpiti anche i palmi delle mani e le piante dei piedi.