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Lugano«Non ci facciamo intimidire», la risposta del collettivo femminista all'avvocato di Fibra

25.07.22 - 11:01
L'avvocato di Fabri Fibra chiede di rimuovere dal sito e dai social i contenuti della lettera inviata a Lac e Muncipio
TiPress
«Non ci facciamo intimidire», la risposta del collettivo femminista all'avvocato di Fibra
L'avvocato di Fabri Fibra chiede di rimuovere dal sito e dai social i contenuti della lettera inviata a Lac e Muncipio

LUGANO - Una polemica destinata a non placarsi. Il collettivo femminista "Io l'8 ogni giorno" - che aveva chiesto l'annullamento del concerto di Fabri Fibra a Lugano e poi tenutosi il 6 luglio - fa sapere di avere ricevuto una lettera dalla Legale dell'artista nella quale «ci chiede di rimuovere dal nostro sito e dalle pagine social tutti i contenuti inerenti alla lettera aperta rivolta al Municipio di Lugano e alla direzione del LAC, perché con il nostro scritto avremmo violato l’onore e la reputazione personale del signor Fabrizio Tarducci, nonché la sua reputazione artistica e professionale». Nella lettera si evoca poi l'eventuale ricorso in giudizio "a tutela dei diritti del suo assistito e per il risarcimento dei danni" qualora le condizioni poste dall'avvocato di Fabri Fibra non venissero seguite. 

Le rappresentanti del collettivo, al recapito della missiva, replicano così: «A difesa di Fabri Fibra e del concerto organizzato a Lugano - scrivono in una nota diffusa in mattinata - si è spesso evocata la libertà di espressione. Alla luce di ciò ci sembra dunque particolarmente paradossale che ora venga chiesto proprio a noi donne e femministe di stare zitte e di rimuovere i nostri scritti! Vorremmo anzitutto ricordare che vi sono – secondo la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) – due ambiti particolari in cui non sono praticamente ammesse restrizioni alla libertà d’espressione: quello del dibattito politico e quello dei temi di interesse generale». 

I portavoce dell'associazione ricordano poi come «la società dovrebbe essere molto grata al Collettivo che, con le sue azioni, ha voluto svolgere un ruolo di vigilanza su un tema fondamentale, cercando di rendere attento il pubblico e gli organizzatori della gravità dei testi delle canzoni e di come queste possano influenzare negativamente la costruzione di un immaginario sociale. Senza l’azione del Collettivo - continua la nota - non ci sarebbe stata nessuna riflessione sull'adeguatezza di certi contenuti soprattutto per alcune fasce di età più sensibili, che comunque non sono tutelate in alcun modo da questo tipo di prodotti». 

La polemica, come è noto, era nata con la richiesta da parte del collettivo femminista dell'annullamento della data luganese del rapper per i testi di alcune sue canzoni. 

«Nella lettera che abbiamo ricevuto dall’avvocata di Fibra - scrivono - sono negate le critiche di sessismo, omofobia e incitazione alla violenza da noi formulate e addirittura ci si spinge a tratteggiare il ritratto di un rapper particolarmente attento e sensibile nei confronti dei diritti delle donne! Siamo in un mondo al contrario! Se veramente il cantante è così ‘femminista’, perché – in tutti questi anni – non ha mai trovato il tempo per scusarsi per alcuni suoi versi?».

La vicenda di questa lettera - che le femministe di "Io l'8 ogni giorno" definiscono «intimidatoria», «dimostra che costui non ha rimesso in discussione i testi delle sue canzoni». 

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