La docente ha organizzato una colonia gratuita di una settimana per favorire l'integrazione di giovani rifugiati.
Con l'aiuto di SOS Ticino e di diverse aziende di Lugano è riuscita a mettere a disposizione materiale e personale qualificato
LUGANO - Sconvolta dal conflitto che imperversa in Ucraina, ha deciso di fare qualcosa. Miriam Kaegi, di professione docente di inglese e, nel tempo libero, membro del Club Canottieri Lugano, ha trovato il modo di rendere più facile l’integrazione di giovani rifugiati con un progetto gratuito e interamente organizzato da lei. L’idea, nata dalle sue passioni, ha preso vita lunedì scorso, quando il corso ha avuto inizio.
«Inizialmente ho pensato di portare i ragazzi (15-18 anni) a fare un’uscita in kayak sul lago, ma ho finito per pianificare un’intera settimana di attività grazie ai miei contatti». L’organizzazione SOS Ticino l’ha aiutata ad avvicinare le ditte che partecipano al progetto. I ragazzi sono undici, tutti di nazionalità diverse, e non conoscono l'italiano. La colonia è aperta a tutti i rifugiati che provengono da Ucraina, Siria e Afghanistan. Molti di loro sanno qualche parola di inglese, ma spesso parlano solo ucraino.
«Con piccoli gesti tutti noi possiamo fare la differenza», afferma Kaegi. Questa settimana è totalmente priva di costi per i partecipanti e anche i collaboratori che si sono messi a disposizione, lo hanno fatto a titolo volontario. «Dobbiamo ringraziare diverse aziende di Lugano che hanno offerto gratuitamente materiale o personale qualificato. Senza di loro, creare questo corso non sarebbe stato possibile» ha aggiunto. Gli undici ragazzi hanno apprezzato molto le attività proposte e ne sono rimasti entusiasti.
Le richieste di partecipazione sono state tantissime. Qualcuno avrebbe voluto farlo, ma ha incontrato delle difficoltà. «Una mamma sarebbe venuta con il figlio da Zurigo per prendere parte al corso, ma purtroppo non è riuscita a trovargli un alloggio. «I ragazzi che abitano in zona la sera tornano a casa, ma è chi è lontano (un partecipante viene da Davos) viene ospitato dai parenti», ha spiegato la docente.
Anche quella di Kaegi è una storia di migrazione: «Io sono di origini irlandesi e sono arrivata in Ticino dodici anni fa senza sapere l’italiano. Anche se non ero una rifugiata e non avevo problemi economici, è stato difficile per me integrarmi», ha raccontato l’insegnante. «Ho due figli, uno di 15 e l’altro di 19 anni. A questa età i ragazzi vogliono solo stare con i loro amici e uscire, ma se non conoscono nessuno e non sanno dove andare cosa fanno? Mi sono messa nei panni di queste mamme e ho voluto fare qualcosa», conclude.
Le attività svolte durante la settimana:
Lunedì mattina i ragazzi hanno assistito a un corso per l’introduzione alla sicurezza in acqua svolto da “Salvataggio di Lugano”, utile per capire come muoversi nei molti laghi e fiumi presenti sul territorio. Nel pomeriggio, grazie al Circolo Velico di Lugano hanno potuto vivere l'ebbrezza della vela.
Martedì mattina la Città di Lugano ha finanziato l’entrata al Lido di Carona. Quindi hanno fatto una passeggiata sul San Salvatore.
Mercoledì in mattinata il gruppo, grazie alla collaborazione tra il Club Canottieri Lugano, la società Canottieri Audax di Paradiso e Lugano nuoto, ha fatto canottaggio.
Giovedì mattina i ragazzi hanno potuto provare a fare kayak grazie al Gruppo Canoisti Ticinesi. Nel pomeriggio faranno sub grazie all’equipaggiamento messo a disposizione dell’Università della Svizzera Italiana.
Venerdì la settimana si concluderà in bellezza con una visita al centro culturale LAC e un atelier organizzato apposta per loro. Nel pomeriggio Lugano nuoto metterà a disposizione due collaboratori che faranno vedere ai ragazzi le diverse tecniche di nuoto e successivamente li intratterranno con dei giochi.