Il ticinese Marco Pizzolato, che vive da anni a Reykjavik, ci racconta la nuova eruzione islandese
«Per ora non c'è pericolo, ma bisogna valutare per quanto continua ad eruttare, e anche i cambi della direzione del vento»
REJKJAVIK - «Un vero spettacolo della natura».
È così che il ticinese Marco Pizzolato, che ormai da anni vive a Reykjavik, in Islanda, ha descritto il risveglio del vulcano islandese a poca distanza dalla capitale, una notizia che ha fatto il giro del mondo e che ha stuzzicato sia turisti che residenti, che sono accorsi ad assistere a quanto sta accadendo (seppur le autorità abbiano chiesto di evitare la zona).
Il tutto è comunque iniziato con la terra che ha tremato. Le scosse (l'istituto geologico islandese ne ha registrate più di 9'000 nelle ultime 48 ore) si sono fatte sentire chiaramente? «Sì, le abbiamo percepite in modo parecchio chiaro. Anche adesso, in particolare avvicinandosi al vulcano, si sentono delle scosse, anche se meno forti». D'altra parte, le autorità islandesi sul loro sito web scrivono chiaramente che «l'attuale attività sismica è la più intensa sulla penisola di Reykjavik dall'inizio delle misurazioni».
C'è stata (e c'è ancora) però preoccupazione? «Molti erano (e sono) un po' preoccupati, io in realtà un po' meno anche perché è un'esperienza che ho già vissuto l'anno scorso», sempre qui in Islanda. In ogni caso, un po' di ansia c'è: «Sì, ero anche un po' preoccupato riguardo al dove sarebbe venuto fuori il vulcano, visto che le scosse si potevano percepire in maniera molto forte vicino al villaggio di Grindavík».
Invece alla fine si può quasi dire che sia andata bene? «Penso sia avvenuto nel luogo ideale, lontano da posti abitati. Però, a dipendenza di quanto a lungo continui ad eruttare, c'è il rischio che la lava continui ad espandersi in direzione della strada e dei centri abitati».
Comunque, al momento non vi hanno detto di agire in qualche modo, chiudendo ad esempio porte e finestre? «Per il momento no, anche perché il vento soffia in direzione del mare e quindi in questi frangenti i gas non rappresentano un grande problema. Vedremo però quando cambierà la direzione del vento, cosa succederà».
Non resta che una cosa da fare, quindi: «Per intanto mi godo questo spettacolo della natura, insieme a turisti e autoctoni».