Il presidente della Confederazione è intervenuto durante il Congresso degli Svizzeri all'estero svoltosi a Lugano.
Ignazio Cassis ha sottolineato che dopo una democratizzazione continua, il mondo sta scivolando di nuovo verso l'autocrazia.
LUGANO - «Da diverso tempo, si sentiva che un'epoca di asserita stabilità stava arrivando alla fine», ha esordito oggi Ignazio Cassis, intervenuto al Congresso degli Svizzeri all'estero di Lugano. «La guerra di aggressione brutale condotta da una potenza che dispone del diritto di verso al Consiglio di sicurezza dell'ONU contro un Paese sovrano in Europa, ha accelerato questo cambiamento d'epoca. Viviamo oggi in un mondo nuovo», ha detto il ministro degli esteri, alludendo all'invasione russa in Ucraina.
A livello internazionale emergono modelli alternativi rispetto a quelli occidentali, ha proseguito Cassis. «Penso soprattutto alla Cina», che conosce uno sviluppo economico senza precedenti, ma non si basa né sulla democrazia né sul mercato liberale.
Minaccia anche interna - In Europa anche le democrazie liberali sono confrontate a una crisi di fiducia. Dalla crisi finanziaria del 2008 le correnti populiste si sono rafforzate e hanno messo a soqquadro il paesaggio dei partiti nazionali. La democrazia e i progressi liberali sono dunque lontani dall'essere garantiti, ha sottolineato il ministro PLR.
La minaccia per la democrazia non è solo esterna ma anche interna. «Forze illiberali sono talvolta disposte a minare le istituzioni democratiche a cui devono il loro mandato e, se necessario, a farle crollare». Secondo il ticinese, non è esagerato parlare di «cambio d'epoca».
Tuttavia, Cassis resta fiducioso ed è «convinto che le democrazie liberali hanno ancora qualche asso nella loro manica nella concorrenza fra sistemi». A volte fanno errori, ma possono anche essere molto efficaci, come hanno mostrato a più riprese.
«Le democrazie liberali in particolare dispongono di meccanismi che permettono di correggere gli sviluppi erronei», ha affermato il presidente della Confederazione. La più grande forza, rimane il dialogo critico con i cittadini.
Democrazia contro autocrazia - I prossimi anni saranno marcati dalla lotta fra democrazie e autocrazie. Il Consiglio federale dovrà tenerne conto nella strategia di politica estera per gli anni dal 2024 al 2027, che verrà adottata l'anno prossimo, ha proseguito Cassis.
«Per gestire i grandi problemi mondiali, tutti gli Stati devono lavorare insieme. Per fare questo, servono un minimo di fiducia e dei costruttori di ponti come la Svizzera», ha detto ancora il ticinese.
Secondo lui, gli svizzeri all'estero giocano un ruolo importante nel rafforzamento della democrazia. Grazie al loro sguardo esterno possono speso portare nuove importanti conoscenze, ha evidenziato Cassis.