Decine i rappresentati del mondo agricolo intervenuti per chiedere al Governo l'abbattimento dei predatori problematici
Omar Pedrini, presidente UCT: «La situazione quest'anno è esplosa, ma sembra quasi che le Autorità vogliano sminuire il problema»
BELLINZONA - Un intervento decisamente più composto, specie se paragonato all'atto dimostrativo di qualche mese fa che vide comparire delle carcasse di pecore morte davanti al Palazzo delle Orsoline. Scandita dal "rintocco" di qualche campanaccio, l'odierna presenza dei rappresentanti di diverse organizzazioni agricole davanti alla sede del Governo aveva quale intento la consegna di una lettera. In questa la richiesta chiara e coincisa: «Gli esemplari di lupo problematici vanno abbattuti».
Le ragioni sono ben espresse nel cartellone realizzato dagli stessi agricoltori che mostra nel dettaglio l'elenco di tutte le predazione dell'anno (fino al 29 di agosto). Queste sono oltre 220 e comprendono anche il recente attacco a un vitellone, il primo animale di grossa taglia ucciso da un lupo in Ticino.
All'elenco puntuale, seguono diverse immagini che ritraggono le prede (o ciò che ne rimaneva al momento del ritrovamento), sovrastate da un commento, sintesi del sentimento generale dei diretti interessati: «Se queste immagini vi offendono, immaginate cosa hanno provato gli allevatori trovando i propri animali sbranati, agonizzanti, feriti e terrorizzati», si legge. «Save the Alps. No lupi», è invece lo slogan che campeggia tra i presenti.
A lettera consegnata, hanno fatto seguito le critiche di Omar Pedrini, presidente dell'Unione Contadini Ticinesi (UCT), nei confronti dell'inazione del Governo. O, meglio, della «mancata risposta da parte del Consiglio di Stato, precisamente da parte del Dipartimento del Territorio, nonostante le numerose richieste di aiuto in merito alla tematica del lupo». «La situazione quest'anno è esplosa, e nonostante il mancato aggiornamento dei dati ufficiali da parte delle Autorità preposte, il problema esiste ed è grave. Sembra quasi che si voglia sminuirlo», ha quindi concluso.