A Locarno sul set di "Bon Schuur", il lungometraggio che racconta il paradosso di una Svizzera monolingue
LOCARNO - Una folla di manifestanti sbuca da un vicolo cittadino al grido di «giù le mani dalla nostra lingua». Qualche passante non capisce e si ferma a osservare. Dal corteo spuntano cartelli che esprimono chiaramente quale è la posizione dei partecipanti: «no all'abolizione della lingua italiana in Ticino».
Lo sbigottimento dura qualche secondo, poi anche i più increduli si ridestano. Sembrava un corteo vero di protesta e invece era un film. Fra i vicoli di Locarno ieri - per i tempi di produzione cinematografica - era l'undicesimo giorno di riprese e nello specifico quello dedicato al girato della scena della dimostrazione di protesta. «I ticinesi non vogliono perdere la loro lingua» spiega il produttore David Luisi - e proprio su queste strade abbiamo scelto di girare questo momento del film».
Un film che racconta la storia di un folle referendum che sta gettando la Svizzera in un vero e proprio stato di emergenza. «L’adozione dell’iniziativa “NO BILANGUE” implicherà che d’ora in poi ci sarà una sola lingua nazionale - racconta Luisi - e molti svizzeri cadono in profonda crisi. Scoppiano proteste qua e là nelle piazze e anche in Ticino».
La troupe che ha preso possesso di alcune location cittadine è composta da circa 30-40 persone: «rimarremo in Ticino per due settimane - racconta il produttore - ma il film è ambientato anche a Zurigo e Berna». Realizzato con il sostegno della Ticino Film Commission, “Bon Schuur Ticino” ambisce senz'altro ad approdare alla prossima edizione del Film Festival di Locarno: «stiamo lavorando alacremente per arrivare preparati a quell'appuntamento. Qualche mese dopo uscirà al cinema e tempo un anno lo si troverà sulle piattaforme digitali».
Il film porta la firma di Peter Luisi, regista zurighese con sette lungometraggi all'attivo. Nel cast figurano Beat Schlatter, noto cabarettista svizzero, e Catherine Pagani, ticinese, attrice, cantante e ballerina di talento, nota soprattutto per diverse rappresentazioni teatrali alla Schauspielhaus di Zurigo.