Un'interpellanza - lanciata dall'Mps - chiede lumi al Consiglio di Stato: «C'erano degli elementi su cui riflettere»
BELLINZONA - «I fatti» relativi all'arresto del direttore di una scuola media del Luganese, accusato di atti sessuali con fanciulli, «sono noti e di una gravità estrema, e purtroppo non si tratta di un caso isolato».
È per questo motivo che il gruppo MPS-POP-Indipendenti ha oggi inoltrato un'interpellanza al Consiglio di Stato, in particolare perché ci sono sempre dei «segnali che non vengono colti in maniera adeguata», come già successo in «altre vicende» come quella del «docente cinquantenne licenziato da una scuola privata», o quella del «docente di Arbedo Castione» o ancora «i recenti casi avvenuti in ambito sportivo o ricreativo».
In tutti questi casi, «il copione sembra essere purtroppo sempre lo stesso, vittime che provano a parlare senza essere credute, genitori che esprimono dubbi senza essere ascoltati, segnali che non vengono colti». Per i firmatari, Angelica Lepori, Simona Arigoni, e Matteo Pronzini, «anche in questo caso alcuni elementi su cui si sarebbe potuto riflettere c’erano di sicuro. Elementi che gettano diverse ombre sull’operato del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.
Sessualità e chat WhatsApp
I granconsiglieri hanno poi aggiunto dei dettagli, spiegando di riferirsi «al fatto che nell’anno accademico 2017-2018 il docente aveva proposto un percorso didattico sull’educazione alla sessualità e all’affettività all’interno delle lezioni di latino», una proposta «che aveva suscitato ampie critiche da parte dei genitori degli allievi e delle allieve, preoccupati soprattutto dalle modalità utilizzate e dai testi sottoposti ai ragazzi e alle ragazze».
Oltre a ciò, «il percorso inoltre prevedeva l’attivazione di una chat di WhatsApp riservata agli allievi e alle allieve e gestita dal docente per condividere le proprie esperienze personali. Percorso didattico documentato dalla tesi di abilitazione presentata presso il DFA. Tesi nella quale si può anche leggere che il docente era stato “improvvisamente” trasferito dalla sua sede a quella di Lugano, apparentemente senza motivazione».
Modalità di selezione
La vicenda, per il gruppo, «pone domande anche sui criteri con cui vengono scelti i quadri dirigenti, che hanno responsabilità elevate e spazi di autonomia decisamente ristretti».
Più nel dettaglio, «candidate e candidati vengono spesso scelti per le loro capacità amministrative e la loro diligenza nei confronti della linea del Dipartimento e non tanto per le loro reali capacità di gestione di una scuola media. Senza dimenticare che spesso la scelta cade sull’unico candidato (ancora oggi sono rare le candidate…)».
«La scuola dovrebbe essere un luogo protetto dove ragazzi e ragazze possano vivere al riparo da abusi e soprusi di vario genere», ha infine concluso la nota.
Le richieste al Consiglio di Stato: