Il TRAM ha accolto il ricorso sulla ripartizione delle licenze. L’Associazione Taxi Ticino Uniti non ne può più.
LUGANO - Nuovo capitolo della saga taxi a Lugano. La problematica vicenda dell’assegnazione delle licenze non si sblocca e i tassisti stanno perdendo la pazienza. Il Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) ha infatti accolto settimana scorsa, come annunciato dal Corriere del Ticino sabato, il ricorso inoltrato lo scorso febbraio da tre tassisti a seguito del bando di concorso indetto dalla Città per il rilascio di 45/50 permessi. Ora bisogna quindi rifare tutto da capo. «È una situazione che non possiamo più sostenere, la città deve agire in fretta e risolvere questo problema», ha ribadito il presidente dell’Associazione Taxi Ticino Uniti. Riavvolgiamo il nastro e facciamo il punto della situazione.
I fatti - Nel marzo 2021 la città di Lugano ha adottato un'ordinanza per regolamentare il settore dei taxi. La categoria B (quella senza il diritto di sosta nell'area pubblica) è stata abolita per semplificare la ripartizione delle licenze. In seguito è stato bandito un concorso per accordare i nuovi permessi di categoria a una cinquantina di conducenti. Non tutti però hanno accettato l’esito del concorso, tre tassisti si sono rivolti infatti al Tribunale amministrativo cantonale per contestare la decisione.
Il concorso pubblico - Il punto cruciale che i tre scontenti hanno contestato è sull'imparzialità del concorso indetto dalla città. Secondo loro, i taxi che già detenevano una categoria A hanno visto confermare automaticamente la loro licenza. Quando invece il concorso avrebbe dovuto rifare la procedura da capo. Sabato mattina è giunto il responso che ha dato ragione ai tre ricorsi.
«Vogliamo lavorare in tranquillità» - Cosa significa? Il concorso comunale dovrà essere ripetuto. «Non possiamo più permetterci di rifare il concorso, i tempi della burocrazia comunale sono troppo lunghi e complicano il nostro lavoro», ci spiega il nostro interlocutore. «Non vogliamo sollevare un polverone, vogliamo solo poter lavorare in tranquillità».
L’Associazione Taxi Ticino Uniti non ne può più e pretende che la città risolva la situazione. «Chiediamo al comune di darsi una mossa, sono in gioco diversi interessi e posti di lavoro. Bisogna stabilire in modo chiaro chi può lavorare e in quali modalità».