Un'app ticinese svela in pochi secondi quante ore bisogna lavorare per poter acquistare un determinato articolo.
LUGANO - Ogni tanto ci si chiede, davanti a un’auto, una TV o qualche altro acquisto che si sta per fare, “ma quante ore di lavoro ho dovuto fare per permettermi quest’acquisto?.
Alla fine non ci si mette mai davvero a fare i calcoli per dare una risposta al quesito, ma ora lo si potrà scoprire facilmente: è stata infatti lanciata un’app - si chiama "Price in Hours" - che fa proprio questo, ed è stata realizzata qui in Ticino.
«Un giorno ero in un negozio a guardare delle TV e dopo aver visto un prezzo mi sono domandato “ma chissà quante ore dovrò lavorare per poter pagare questa TV… magari c’è qualche app che lo calcola”», racconta a Tio/20 Minuti il 35enne Andrej Kocevar, che con la compagna 30enne Rajssa Massa ha creato l'app, «quindi l’abbiamo cercata e abbiamo visto che non c’era, così abbiamo deciso di farla noi».
«Fa riflettere sui propri acquisti»
Il funzionamento è semplice, ci spiegano il contabile e l'impiegata d'ufficio del Luganese: «Si scarica l’app (gratuita) e si sceglie la lingua. Poi si deve scrivere in un apposito spazio il proprio guadagno orario. Dopodiché è pronta».
Tutto fatto? «Esatto, si può chiudere l’app e ogni volta che si è in un negozio e si vede un prezzo si può riaprire l’app, inserire il costo e scoprire di preciso quante ore si devono lavorare per ottenere il prodotto. Ad esempio, se una persona vuole comprare una macchina da 40’000 franchi e guadagna 20 franchi all’ora l’app gli calcola che deve lavorare 2’000 ore».
Quindi in un attimo si scoprono le ore passate al lavoro per potersi permettere un determinato prodotto. Qualcosa che sicuramente può far riflettere: «Sì, avere a disposizione questo strumento fa prendere più coscienza dei propri acquisti, si pensa veramente di più a cosa si compra».
Potrebbe anche essere fonte di frustrazione, nel sapere quanto si "sgobba" per avere ad esempio una TV? «Certo. Ma anche la frustrazione alla fine può portare ad una catena di pensieri e ragionamenti che fanno riflettere maggiormente sui propri acquisti, sul proprio stile di vita. È importante in quest’epoca consumistica», afferma il 35enne. Infatti, per i creatori questo strumento potrebbe portare a più coscienza anche a livello di sprechi.
«Non è stato così facile»
Chiaramente, per due persone che non lavorano nell'ambito dell'informatica non è stato semplice realizzare un'app, e ci è voluto un aiutino esterno. «Effettivamente non è stato così facile come avevo pensato inizialmente, abbiamo incontrato diverse problematiche. Per risolverle ci siamo fatti aiutare da un’azienda informatica», racconta Kocevar, spiegando che «il problema principale riguardava un po’ la grafica, essendo che ci sono vari sistemi usati su Android, e altri che sono un po’ diversi su iOs».
L'app è al momento stata scaricata in 13 Paesi, tra cui Svizzera, Australia, Italia, Cina, India, Stati Uniti e altri… chiaramente non con dei numeri elevati. Ma l'obbiettivo della coppia non è guadagnarci, confermano: «No, non l’abbiamo messa a pagamento perché sarebbe quasi un controsenso. Chiaramente piacerebbe a tutti anche ottenere qualcosa, ma in questo caso volevamo semplicemente dare un nostro contributo alla società, in termini di consumo e di sprechi».
Un aspetto che potrebbe far venire dei dubbi alle persone potrebbe essere l'inserimento dei dati, a livello di privacy. Si può stare tranquilli? «Assolutamente, i dati che gli utenti inseriscono noi non possiamo vederli».
L'app è riuscita con successo ed è funzionale, ma tutto questo ha ingolosito la coppia: «Abbiamo in cantiere anche un'altra app, ma per il momento non sveliamo nulla».