Oltre ai 300 franchi di multa, Lugano punta ora a sensibilizzare in città e sui social
LUGANO - «Costa così tanta fatica raccogliere la pupù del proprio cane?».
È ponendosi questa domanda che la Città di Lugano ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione ("L'hai fatta grossa!") contro la mancata raccolta degli escrementi canini. Oltre alle multe che si sa, sono di 300 franchi, una lettera raggiungerà nei prossimi giorni tutti i proprietari di cani registrati a Lugano. Sui social e per le strade della città correrà invece la campagna con video e manifesti.
Con questa campagna Lugano vuole invitare i proprietari di cani «a comportarsi civilmente verso gli altri, verso le persone che camminano per le strade e visitano i parchi dopo che ci è passato il loro cane, e verso gli altri proprietari di cani, quelli che, coscienziosi, raccolgono sempre gli escrementi».
Una questione di 30 padroni
Per quanto riguarda i numeri, per la città si tratta circa di 30 padroni (su 4'600 cani che abitano a Lugano) che non raccolgono le feci dei propri cani, almeno due volte al giorno tutti i giorni.
30 cani su 4’600 possono sembrare poca cosa. Eppure quei 60 escrementi (di 30 cani che escono due volte giorno) «danno fastidio a tutte le persone che passano di lì. E così l’entità del fastidio si eleva in modo esponenziale. Basti pensare che ogni giorno, davanti alla stazione, passano più di 16’000 persone. Un escremento nella tratta tra la stazione e il centro darà fastidio a tutte quante», scrive la città in un comunicato diffuso oggi.
«In fin dei conti, si sa chi è»
Nei vari quartieri e villaggi, secondo il Comune, i residenti sanno d'altronde chi è che non raccoglie le feci del proprio cane: «È imbarazzante dover ricordare a persone per bene che gli escrementi vanno messi nel sacchetto (che poi va chiuso e buttato nel cestino)», ricorda il Comune.
D'altra parte, il Municipio ricorda che è un comportamento inadatto sia alla città che alla periferia: «Il concetto “tanto è tutta natura” non calza per un centro urbano con bambini che giocano, carrozzine, anziani che faticano a deambulare e persone che di corsa vanno in ufficio. Ma non calza neppure per tutti i sentieri fuori città, percorsi quotidianamente da escursionisti, jogger o da chi semplicemente vuole fare una passeggiata».
Insomma - conclude il comunicato della città - «che calpestare la “emme” porti bene lo dicono solo quelli che hanno la fortuna di avere ancora le scarpe pulite…».