In vista della manifestazione di lunedì, Locatelli (Ocst) lancia un monito: «Senza i lavoratori non si costruisce nulla»
LUGANO - «L'arroganza degli impresari costruttori al tavolo delle trattative ha raggiunto vette inaccettabili», esordisce Paolo Locatelli dell'Ocst, snocciolando i contenuti della conferenza stampa che, dal salone del sindacato in via Balestra a Lugano, ha definito gli ultimi dettagli in vista della protesta dei lavoratori edili per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM).
«Lunedì 17 invitiamo tutti gli interessati del canton Ticino a partecipare alla manifestazione di protesta per una trattativa di rinnovo del contratto che fatica a decollare», sottolinea Locatelli. In particolare, le discussioni vertono sull'orario di lavoro.
«La parte sindacale chiede di alleggerire il carico giornaliero e settimanale per i lavoratori, gli impresari vogliono invece peggiorarlo, eliminando il calendario annuale di lavoro e chiedendo una disponibilità fino a 12 ore giornaliere e rispettivamente 48 ore settimanali», prosegue il vice-segretario cantonale Ocst.
«Complessivamente - aggiunge Locatelli - si tratta di una richiesta padronale volta a trasformare, come in altri settori professionali, il lavoro dei muratori in un lavoro su chiamata».
Per l'Ocst, l'atteggiamento negoziale della SSIC «non può essere accettato», motivo per il quale lunedì i lavoratori edili ticinesi scenderanno in strada a Bellinzona. «Il messaggio che si vuol far passare è che, con urgenza, deve cambiare l'atteggiamento padronale al tavolo delle trattative. In caso contrario la manifestazione di lunedì rappresenterà un monito chiaro: senza i lavoratori non si costruisce nulla».
La replica - Immediata la replica della SSIC: «Con gli scioperi i sindacati mandano dei segnali sbagliati. Violano l'accordo attualmente in vigore e ignorano l'obbligo di mantenere la pace. Il nostro obiettivo continua a essere quello di condurre negoziati costruttivi incentrati sugli interessi comuni. In primo piano ci sono i miglioramenti nell’ambito della tutela della salute dei lavoratori così da continuare a essere un settore attrattivo per i lavoratori qualificati, attuali e futuri».
«Siamo ottimisti» - «Nulla di nuovo sotto il sole - commenta in ultimo Locatelli -. Gli impresari che non vogliono cambiare la modalità di negoziazione infastidisce che i lavoratori vengano informati compiutamente dai sindacati, così come infastidisce la protesta. Detto questo, i lavoratori stanno rispondendo bene alla chiamata e prevedo che lunedì saranno in molti a manifestare il proprio dissenso».
Margini per riuscire a smuovere le acque? Il sindacalista è fiducioso: «Fino alla prima settimana di novembre, in tutta la Svizzera ci saranno forme diverse di protesta in tutti i cantoni. Siamo ottimisti».