Mobilitazione a Bellinzona: 2'500 edili in difesa del Contratto nazionale mantello. Conferito il mandato a OCST e Unia
BELLINZONA - Serve «un nuovo contratto che rafforzi la protezione della salute e dei diritti dei lavoratori e tuteli fino in fondo la loro dignità». La richiesta «perentoria» arriva a gran voce dai lavoratori dell'edilizia ticinese, che - riuniti oggi a Bellinzona - hanno conferito mandato ai sindacati OCST e Unia affinché vengano messe in campo «tutte le iniziative necessarie volte alla difesa e al rafforzamento» del Contratto nazionale mantello che scadrà alla fine dell'anno.
A finire sotto accusa degli oltre 2'500 presenti nella capitale sono «i tentativi della Società svizzera degli impresari costruttori di imporre ancora più flessibilità oraria e salariale in un settore dove i ritmi di lavoro già hanno raggiunto livelli mai visti», si legge in un comunicato congiunto. «I lavoratori non chiedono la luna. Sono abituati ai sacrifici», ha dichiarato durante l'assemblea Dario Cadenazzi, responsabile del settore Ticino e Moesa di Unia. Chiedono «soluzioni alle problematiche reali a cui sono confrontati quotidianamente».
Dalle giornate troppo lunghe alle condizioni meteorologiche avverse, fino ai «tempi di trasferta non riconosciuti appieno», ai «salari inadeguati» e «la scarsa protezione dei lavoratori più anziani». A queste richieste, sottolineano i due sindacati, la SSIC risponde con «proposte che vanno nella direzione opposta». Una «minaccia per la salute e per la qualità della vita familiare e privata». Ma quali sono nel concreto le rivendicazioni sul tavolo delle trattative? Una migliore protezione per i lavoratori più anziani; tempi di trasferta pagati interamente e regole chiare in caso di condizioni di tempo avverse. Perché «lavorare con 36 gradi è una follia».
L'auspicio degli edili ticinesi - che nel pomeriggio manifesteranno per le vie della capitale - è che le trattative possano svilupparsi, risoluzione alla mano, «sulla base di presupposti costruttivi e non di diktat padronali» già dalla prossima tornata negoziale, in agenda per il 21 ottobre. «Siamo oltre 2'500 e oggi vogliamo lanciare un chiaro monito a tutti gli impresari della Svizzera - ha dichiarato Paolo Locatelli, vicesegretario cantonale e responsabile dell'edilizia dell'OCST -: senza i lavoratori non si costruisce niente!»
Quella di oggi in Ticino è la prima giornata di una serie che proseguirà anche nella Svizzera tedesca e in Romandia, nelle prossime settimane. «Ci aspetta una fase molto calda. Ma sappiamo benissimo che se lotteremo uniti, vinceremo. Senza di voi la Svizzera si ferma». Questo il commento di Nico Lutz, membro della direzione nazionale di Unia e responsabile del settore dell’edilizia.