I delegati della SSIC, in assemblea a Lugano, condannano gli scioperi e si rivolgeranno al Tribunale arbitrale nazionale
LUGANO - Le proteste e gli scioperi delle ultime settimane, che hanno visto protagonisti i lavoratori edili, «sono illegali e ostacolano i progetti di costruzione in corso». Lo afferma la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC), della quale si è svolta ieri e oggi a Lugano l'assemblea dei delegati
Oggi a Zurigo il sindacato Unia ha portato in piazza migliaia di persone, che hanno prima occupato la stazione ferroviaria di Zurigo e poi si sono spostati proprio verso la sede della SSIC. «Il comportamento dei sindacati solleva dubbi sulla serietà di voler concludere un nuovo contratto nazionale mantello, se essi infrangono deliberatamente e apertamente quello esistente» si legge nel comunicato stampa inviato dopo la chiusura dei lavori luganesi. L'assemblea dei delegati «ha fermamente condannato le ripetute proteste, gli scioperi e le azioni illegali dei sindacati» e ha deciso di non stare a guardare: la ripetuta violazione dell'obbligo di mantenere pace sarà portata davanti al Tribunale arbitrale nazionale.
L'assemblea SSIC ha fatto il punto sui negoziati in corso relativi al nuovo Contratto nazionale mantello (CNM), con l'intenzione di concludere un CNM 23+ moderno e una disponibilità di principio alla concessione di aumenti salariali. Per essi «c'è più margine di manovra se con i sindacati si possono ottenere anche dei miglioramenti materiali per un CNM moderno e orientato al futuro». Un elemento centrale, secondo i delegati è la gestione più semplice dell'orario di lavoro - necessaria per soddisfare le esigenze al passo con i tempi dei datori di lavoro e dei dipendenti.
Le giornate eccessivamente lunghe e la salute dei dipendenti sono prese sul serio: «Il gruppo di negoziazione della SSIC presenterà delle proposte in tal senso nei prossimi colloqui con i sindacati».