Per il Tavolino Magico crescono le coppie giovani bisognose. La Caritas:«Chi vive in Ticino abbia un salario dignitoso»
BELLINZONA - Coppie giovani, famiglie numerose, madri single, lavoratori con un salario insufficiente a coprire le spese. A loro, in Ticino, la crisi economica post pandemica sta, forse, presentando il conto più salato.
La platea di chi ha bisogno, come testimoniato dalle realtà impegnate nel settore, è in crescita. «I nostri indicatori dicono che i numeri sono in aumento», spiega Simonetta Caratti, referente per la comunicazione del Tavolino Magico, associazione che, ogni anno, salva dallo spreco centinaia di tonnellate di cibo e le distribuisce a chi ha necessità. «Per dare un’idea - aggiunge - negli ultimi due anni siamo passati da 1800 persone aiutate settimanalmente a 2200. Il numero si riferisce a chi è in possesso della tessera, rilasciata soprattutto dagli enti sociali dei comuni, e che si reca in uno dei nostri 14 centri di distribuzione nella Svizzera italiana, aperti una volta la settimana». A questo proposito, la realtà ne aprirà un altro, nel 2023, a Lugano (sarà il quarto in città). Inoltre, l’associazione porta il cibo alle mense sociali: «Anche in questo caso - continua Caratti - abbiamo registrato quest’anno un aumento, passando da 12 a una ventina di realtà aiutate».
Per quanto riguarda le persone aiutate, «nel Sottoceneri - precisa la referente per la comunicazione del Tavolino Magico - crescono le coppie giovani. Poi, ci sono le persone con un lavoro non sufficiente a sbarcare il lunario. Non mancano famiglie numerose o madri sole con figli. Vediamo meno anziani, ma da questo punto di vista potrebbe influire anche la difficoltà con gli spostamenti».
Di solito, «lo stato d’animo prevalente è la riconoscenza verso l’associazione, cui si aggiunge, in alcuni, forse un po’ di “vergogna” per la condizione in cui ci si trova. I prodotti più “graditi” sono i “freschi” come frutta, verdura, formaggio e yogurt».
I ticinesi, fa presente Caratti, «quando capita sono molto generosi e sono sempre attenti a comprare qualcosa in più per noi, per esempio cibo secco come pasta e riso».
Secondo Marco Fantoni, direttore di Caritas Ticino, si arriva da due anni di pandemia, lasso di tempo in cui ci sono state «molta difficoltà e sofferenza vissute da diverse persone. Accanto a questo, abbiamo registrato un importante sostegno dello Stato e un grande movimento di solidarietà da parte di tutta la popolazione».
Questa fase, per Fantoni, è conclusa. Ora ne comincia una nuova: «Noi non facciamo allarmismo - precisa - ma siamo preoccupati per quanto sta avvenendo e, soprattutto, in prospettiva futura». A fronte dei rincari delle bollette e dei costi dell'energia, il direttore della Caritas mette l’accento sulle difficoltà patite dai “working poor”. «Ci sono uomini e donne che lavorano - precisa - ma hanno un salario insufficiente a coprire sempre le spese». Da qui una richiesta «alla politica, all’economia e alla società civile affinché chi vive in Ticino possa avere uno stipendio dignitoso per mantenere sé stesso e la sua famiglia. Serve una prospettiva e uno sguardo comune per considerare le persone come una risorsa».