La direzione del gruppo assicura il rispetto delle leggi. Paolo Coppi di Ocst: «Speriamo coinvolga un sindacato»
BIOGGIO - A seguito del taglio annunciato recentemente da Helsinn, anche un'altra multinazionale farmaceutica mette in atto dei licenziamenti in Ticino: la Soho Flordis International (SFI) ha infatti reso noto in un comunicato che avvierà una procedura di licenziamento collettivo.
«SFI Health Switzerland sta rimodellando la propria organizzazione in funzione della realtà aziendale a breve e medio termine, al fine di salvaguardare le performances del gruppo a lungo termine», ha scritto l'azienda nella nota: «Questa misura comporta un taglio di circa il 10% dell’attuale organico totale del gruppo».
La decisione, secondo le parole del Ceo Robert Hendriks, è stata presa dopo «un'attenta e profonda analisi dell'attuale situazione, nonostante i nostri sforzi per evitare che ciò accadesse». Ad aver pesato molto, in particolare, è stata la perdita di un importate contratto, che ha avuto pesanti ripercussioni sulla redditività. Tutto questo in un ambito di pressioni inflazionistiche e vendite inferiori alle previsioni.
In ogni caso, ha ribadito il Direttore generale del gruppo, la riduzione sarà condotta rispettando tutte le leggi e mediante un processo di consultazione con i collaboratori: «La nostra priorità è quella di assicurarci che i collaboratori coinvolti siano trattati con cura e attenzione». «Rincresce dover salutare molti colleghi di talento, ed estendo la mia comprensione e gratitudine a tutti i collaboratori», ha concluso Hendriks.
«Colpiti 40 dipendenti»
Da noi contattato, il vicesegretario luganese dell'Ocst Paolo Coppi ha confermato che alcuni dipendenti hanno ricevuto ieri sera una comunicazione in tal senso dall'azienda, spiegando che a essere toccati sono circa 40 collaboratori dei 130 impiegati nello stabilimento di Bioggio.
«Ahimè, anche in questo caso penso che l'azienda reputi sufficiente svolgere i passi formali come previsto dalla legge senza coinvolgere una rappresentanza sindacale o anche semplicemente senza dare mandato collettivo a una commissione del personale», ha commentato Coppi. «I fatti recenti di Helsinn ci dicono che forse farebbero bene - a prescindere della disponibilità economica - a ipotizzare di parlarne con un'organizzazione, per cercare di studiare delle alternative».
È qualcosa di ancora possibile: «Se seguono la procedura e tengono fede alla fase di consultazione, invito l'azienda a prendere contatto con un'organizzazione sindacale per fare in modo che coordini i lavori con il personale», ha concluso il sindacalista.