I docenti hanno organizzato una performance artistica per protestare contro i continui tagli al settore
LUGANO - Un libro alla volta, un tassello alla volta, l'istruzione ticinese continua a perdere pezzi, e così anche l'attrattiva della professione.
Ha avuto luogo oggi una performance artistica sul piazzale del Liceo di Lugano 1 dedicata ai tagli che la scuola, e i dipendenti del Cantone in generale, hanno subito negli ultimi anni.
«È un'azione di protesta creata da noi docenti e aperta a tutti i docenti», ha spiegato a Tio/20 Minuti la docente di Arti Visive al Liceo di Lugano 1, Miriam Siragusa, che ha ideato la performance, partita da un’installazione (un cerchio di dieci metri composto da vecchi libri che andavano comunque buttati) e da una scritta: «Diritto all’istruzione per tutti i nostri figli».
Con una voce che ha scandito il ritmo, sono quindi stati rimossi i libri, un'azione che rappresenta tutti i tagli effettuati nel settore dell'istruzione. «Istruzione sì, ma non solo», ha aggiunto Siragusa. «La riflessione va oltre il denaro, anche se parte da lì, è una questione di ricordarsi che comunque un servizio pubblico è di tutti e per tutti. Indipendentemente dal credo politico o da altro, ed è qualcosa che va tutelato».
«Si continua a minare l'attrattiva della professione»
La protesta lancia la manifestazione contro il taglio delle rendite pensionistiche dei dipendenti dello stato, organizzata dalla rete ErreDiPi, che avrà luogo questa sera dalle 17.30 a Bellinzona. Ce lo ha confermato Alessandro Frigeri, membro della commissione sindacale del collegio docenti del Liceo Lugano 1, spiegando però che «l'azione messa in atto nella pausa pranzo al Liceo è dedicata più nello specifico alla questione dei tagli all'istruzione. Questo del taglio delle pensioni, per i docenti oltre che per gli altri dipendenti cantonali, è l'ennesimo tassello di una serie molto lunga di tagli che sta colpendo in maniera centellinata e graduata l'istruzione (le condizioni di lavoro e quelle salariali), minando l'attrattiva della professione degli insegnanti».
Più volte in passato, ha infatti lamentato Frigeri, sono stati chiesti contributi ai dipendenti del Cantone per risanare le casse statali. «Per quanto riguarda i docenti, ad esempio, all’inizio degli anni 2000 c'è stato l'aumento di un'ora di lezione nell'orario, che ha implicato un risparmio da parte dello Stato ma anche un onere aggiuntivo di lavoro per i docenti».
Da qui lo slogan: "La scuola è un valore, non una spesa". Tra i docenti si respira quindi che il vaso comincia a essere colmo? «È l’ennesimo taglio, quindi è inevitabile che ci sia un po’ di insofferenza e anche preoccupazione legata al fatto che inizino a mancare gli insegnanti, in alcune discipline. Questo anche a causa delle condizioni salariali meno attrattive e degli oneri lavorativi meno interessanti».
Nel corso della mattinata, come si può vedere da alcune foto, hanno avuto luogo altre azioni di protesta simili in diversi uffici e scuole del Cantone.