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CANTONEIn fuga dal Kurdistan, ma rischiano di tornarci

22.12.22 - 16:18
Petizione contro il rimpatrio deciso dal Tribunale amministrativo federale. «Hanno qui famiglia e lavoro. Il TF ci ripensi»
Schweizerisches Bundesverwaltungsgericht
In fuga dal Kurdistan, ma rischiano di tornarci
Petizione contro il rimpatrio deciso dal Tribunale amministrativo federale. «Hanno qui famiglia e lavoro. Il TF ci ripensi»

LUGANO - Fuggiti dal Kurdistan ora rischiano di doverci tornare. Nonostante in Svizzera abbiano famiglia, figli e si siano inseriti anche lavorativamente. Un Natale dal sapore amaro, quello che sopraggiungendo per P.A. e M.H. «Per questo abbiamo deciso di lanciare una petizione che, in sostanza, si oppone al rigetto della domanda d'asilo del Tribunale amministrativo federale (TAF)».

La raccolta firme, insomma, è l'ultima ratio, un tentativo disperato di allontanare quell'imminente 2 gennaio 2023, termine stabilito per l'espatrio. «Chiediamo che venga ripresa in considerazione la domanda d'asilo e venga concesso il rinnovo del permesso per garantire una vita sicura a mia sorella, suo marito e i loro figli», ci spiega al telefono l'ideatrice della petizione.

I primi firmatari sono proprio i parenti più stretti dei due kurdi, cittadini svizzeri o comunque residenti in Svizzera. «Se hanno richiesto rifugio qui è perché sono dovuti scappare dal loro paese, il Kurdistan iracheno, dopo essere stati minacciati di morte», prosegue la sorella. «E hanno scelto la Svizzera proprio per trovare riparo in un Paese sicuro, tra i propri cari».

Così è stato negli ultimi 5 anni. Un periodo, questo, in cui la coppia «si è impegnata molto per integrarsi nella società», prosegue la sorella. «P. ha trovato lavoro e ha imparato molto bene la lingua italiana. M. lavora e l'italiano non ha nemmeno avuto bisogno d'impararlo, avendo trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza in Ticino. I bambini, poi, frequentano scuole ticinesi, sono ben integrati e parlano molto bene l'italiano. Svolgono attività sportive, sociali e culturali in Ticino e mostrano sempre molto entusiasmo e dedizione».

Il rimpatrio terrorizza la famiglia: «Causerebbe una grande pressione psicologica per tutti. Non riusciamo più a immaginare la nostra quotidianità senza di loro, diventati parte integrante della nostra vita. Siamo molto preoccupati anche per la loro incolumità».

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