Dalla Germania fino in Ticino, quattro chiacchiere con Philipp Plein: «Qui è un paradiso! Le montagne, il lago, le tasse...»
LUGANO - Finito sotto i riflettori nostrani (per la ben nota questione degli straordinari a suon di sushi che l'ha poi portato davanti alla legge) e internazionali (per le frequentazioni altolocate e per la passione per lo sfarzo), non c'è dubbio che Philipp Plein sia una di quelle persone in grado di catalizzare l'attenzione. Nel bene e nel male, e non solo per le sue scelte stilistiche.
Verosimilmente anche grazie a questa eccentrica notorietà, il marchio che porta il nome dell'imprenditore si appresta a chiudere un'annata da incorniciare e guarda a un 2023 che si prospetta ancora migliore, alla faccia del rincaro: «Se puoi pagare 5'000 franchi una giacca di pelle non stai lì tanto a guardare quel 10% in più, almeno per i miei clienti non è un problema», conferma lo stesso Plein in intervista al Blick. Fra le novità per il nuovo anno c'è anche il lancio del marchio Plein Sport, una linea «che non dev'essere chiamata low cost», ma che - di fatto - lo è.
Con lo stilista tedesco, il quotidiano svizzero ha voluto trattare diversi argomenti, dalla storia della sua impresa fino alla scelta di Lugano e anche del perché... ogni tanto all'interno dell'ufficio si sente risuonare un gong: «Lo facciamo sempre quando lo shop online arriva al mezzo milione di vendite», conferma lui ridendo, «al milione i dipendenti devono indossare dei costumi da Teletubbies!».
Dalla Germania in Svizzera, 18 anni fa, e poi sul Ceresio, il tutto parte da un consiglio di un amico di famiglia. I primi anni ad Amriswil (Turgovia) non sono stati semplici, oltre a lui i dipendenti erano quattro, praticamente una start-up. Al momento di rimpolpare l'organico, però, le cose si facevano complicate: «Chi studia moda a Londra o Parigi non ne vuole sapere di venire nella campagna turgoviese, per questo abbiamo scelto Lugano, è più vicino all'orbita dell'industria della moda di Milano», spiega Plein.
In Ticino, il 44enne ha una delle sue residenze che condivide con la moglie Lucia Bartoli (29 anni, modella, influencer) e il figlio Rocket Halo Ocean (nato questa primavera). Il nostro cantone è anche la base per diversi tour attorno al mondo, su di un jet privato ben noto sulla pista di Agno.
«Dove mi sento più a casa? Ovunque ci sia della bella compagnia», ride, «no, scherzi a parte, a Lugano. Qui è un paradiso, ci sono le montagne, il lago e anche... le tasse».