I test non sono più gratuiti e i contagi crollano. Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti: «Si muore ancora di Covid»
BELLINZONA - Con la fine della copertura dei costi dei tamponi da parte della Confederazione, si discute ora sull'attendibilità dei dati settimanali utili ad aggiornare la popolazione sull'andamento della pandemia. Dati che, già con il primo bollettino dei contagi dell'anno, mostrano un chiaro trend al ribasso.
Il numero di nuovi casi negli ultimi 7 giorni è stato di 551, in chiara diminuzione rispetto alla settimana precedente (-24%). «Questo miglioramento - ci ha tenuto a sottolineare lo stesso Ufficio del medico cantonale - è tuttavia solo apparente ed è da imputare ad una diversa modalità e finanziamento dei test».
«Dati? Non più un metodo per misurare l’andamento pandemico» - Secondo Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti, l'attendibilità di quelle cifre è discutibile già da tempo. «Con la fine delle restrizioni, l'uso del tampone è calato notevolmente. Adesso che non è più a carico dalla Confederazione non è quasi più preso in considerazione».
Questo cosa significa? «Non possiamo più basarci su questo metodo per seguire l'andamento della pandemia - spiega Tamò -, ma bisogna piuttosto considerare altri fattori come ad esempio i test di positività nei pazienti ospedalizzati».
«La risposta al virus è cambiata, ma si muore ancora» - Una «scelta politica», quella di non coprire più i costi dei tamponi, che il portavoce non discute. Tamò fa anche notare che «tra vaccinazioni e contagi, la risposta della popolazione al virus non è più la stessa di 2 o 3 anni fa. Più o meno tutti abbiamo avuto modo di sviluppare gli anticorpi».
Ciò nonostante non nasconde una certa preoccupazione per un virus che è ancora presente, come evidenziano i dati dei ricoveri e dei decessi, stabili con 106 persone in isolamento, 6 in cure intense e 5 morte nell'ultima settimana. «È un po' triste il fatto che questa società non sia riuscita a contenere il virus. Ci troviamo in una situazione in cui le persone a rischio e quelle vulnerabili sono esposte. Si finisce ancora in ospedale e si muore ancora. Non fa più notizia, ma il virus continua a circolare e per qualcuno può fare danni non trascurabili».
Costi che variano. Anche molto - Che il tampone non sia più uno strumento così in voga, d’altronde, lo confermano anche le farmacie. Come quella in via Luigi Taddei a Viganello che segnala un drastico calo: «Siamo passati da circa 15 tamponi al giorno, ancora a fine anno, a 2/3 da quando sono a pagamento», ammettono.
Per i colleghi di via Trevano, a Lugano, già da un po' la richiesta è calata: «Registriamo numeri bassi, ma qui si fanno tamponi solo per entrare in ospedale o per i viaggi. E in quest'ultimo caso ormai non vengono nemmeno più richiesti».
Anche la Farmacia Stazione a Bellinzona segnala poche richieste. Già da diverso tempo. «Vediamo poca gente, non è il costo a frenarli».
Cosa si spende per un test oggi? I prezzi sono a discrezione del farmacista. Tra le strutture contattate abbiamo trovato chi lo propone a 10, come a 35 franchi.