Un'interrogazione da Varese chiede al Governo italiano se intende intraprendere nuovi negoziati con Berna
VARESE - «La recente disdetta dell’accordo amichevole tra Svizzera e Italia (relativa al telelavoro per i frontalieri, ndr.) è fonte di grande preoccupazione per imprese e lavoratori, nonché per i Comuni di frontiera».
È per questo che il deputato italiano Andrea Pellicini di Varese ha presentato oggi al ministro dell'Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti un'interrogazione. Questo dopo che, pochi giorni fa, alcune associazioni e sindacati dal Ticino hanno chiesto a Berna di intervenire. Ci si è quindi mossi anche oltre confine.
In particolare, Pellicini nella sua interrogazione ha sottolineato l'importanza di «regolamentare in modo durevole il tema del lavoro da remoto, favorendone un utilizzo strutturato e ragionevole che non vada a scapito delle regioni di frontiera coinvolte e permetta ai lavoratori e alle imprese di continuare le loro attività, anche da remoto, senza sconvolgimenti dal punto di vista dell’imposizione fiscale e degli oneri sociali».
Per il deputato di Fratelli d'Italia, «questo obiettivo è particolarmente rilevante in una regione come quella insubrica che soffre pesantemente il traffico motorizzato con il conseguente inquinamento ambientale e che ha sino ad ora beneficiato di un utilizzo intelligente e flessibile del lavoro a distanza».
In conclusione, Pellicini ha chiesto al Governo se abbia «intrapreso o intenda intraprendere negoziati con il Governo Svizzero volti a disciplinare in modo durevole il ricorso al telelavoro da parte dei lavoratori frontalieri, come richiesto recentemente anche dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica».