Presentati oggi nella sede del parco i progetti dei prossimi mesi
ARVIGO - Un luogo incontaminato, fatto di case in pietra e legno, mulattiere e alpeggi, a testimoniare la bellezza e il valore (da preservare e tramandare) della cultura alpina.
Un luogo che mira ad aumentare il suo prestigio naturalistico. L'istituzione del Parco Val Calanca - il parco più piccolo della Svizzera - ha dietro una pianificazione che si pone l'obiettivo di non tralasciare alcun aspetto che potrà valorizzare l'ambiente e la piccola economia agricola di questo angolo di Svizzera.
L'allevamento caprino e la produzione di formaggi d'alpeggio rientrano in un piano di promozione del territorio e dei suoi "tesori" alimentari chiamato "Alta via degli alpeggi". «Le capre contribuiscono in modo particolarmente efficace alla lotta contro l'incespugliamento delle superfici - spiegano i responsabili del parco - e grazie alla loro forte mobilità sono in grado di pascolare anche su superfici estremamente impervie. Il progetto Parco Val Calanca - aggiungono - intende sostenere la promozione dell'allevamento della razza caprina rara, la Capra Grigia, al fine di sfruttare il potenziale dell'agricoltura tradizionale per la produzione e la vendita di specialità caprine locali, ma anche perché questo animale da reddito potrebbe rappresentare uno dei simboli individuati per la promozione del territorio».
Come è stato ricordato durante la presentazione dei progetti, «l'idea di parco tende a costruire un rapporto diretto di fiducia con i contadini, li coinvolge e li rende partecipi nella realizzazione degli obiettivi, che sono la valorizzazione del paesaggio, la promozione del turismo in sintonia con la natura e la cultura».
E proprio la cultura e la valorizzazione del paesaggio culturale - la cui testimonial è Maruska Federici-Schenardi - è uno dei pilastri su cui si fonda l'intera progettualità. «Nel perimetro di progetto - viene sottolineato - sono presenti numerose testimonianze di un passato fortemente ancorato al mondo rurale, ovvero nuclei ed edifici rurali, alcuni mulini, alpeggi, terrazzamenti e microterrazzamenti con muri a secco, selve castanili. Alcuni di questi oggetti sono stati recentemente ripristinati e valorizzati con successo (progetto valorizzazione del paesaggio Scata/Calvari nel Comune di Rossa, ripristino di selve castanili nel Comune di Buseno, restauro del vecchio mulino di Miaddi a Braggio nel Comune di Calanca) e ulteriori progetti di valorizzazione sono pianificati».
Nell'ambito del progetto della riserva forestale naturale Bedoleta «è previsto ad esempio il recupero e la valorizzazione turistica e paesaggistica di due alpeggi abbandonati (Alp de la Bedoleta e Alp del Largè), in modo tale da poter offrire ai frequentatori del sentiero alpino Calanca e ai visitatori in generale, ulteriori opportunità di ristoro ed eventualmente di pernottamento».
La creazione di nuovi alloggi innovativi per i visitatori, «ad esempio tramite la multifunzionalità di abitazioni secondarie, offerte agroturistiche» rientra nei piani del Parco Val Calanca. «Sarà elaborato un concetto - spiegano - per valutare la fattibilità di creazione di un albergo diffuso».
Percorsi tematici volti a sensibilizzare i visitatori sugli ambienti pregiati esistenti (zone golenali, riserva forestale, paludi e torbiere alte, prati secchi), nonché visite guidate con l'obiettivo di sensibilizzare i visitatori su temi attuali rilevanti (biodiversità, protezione della natura, importanza del legno morto): c'è anche questo nelle intenzioni di sviluppo della Val Calanca.