Situazione critica nella valle dopo l'annuncio della crisi della scuola professionale. Il sindaco: «Servono davvero più giovani».
POSCHIAVO - A Poschiavo si riflette sul futuro della scuola professionale. I numeri degli allievi sarebbero troppo bassi per giustificarne ancora l’apertura. Perlomeno per quanto riguarda alcuni mestieri. La notizia riporta sotto la lente il futuro della Valposchiavo, confrontata da tempo con un’emorragia di giovani. Il sindaco Giovanni Jochum ammette: «Dobbiamo fare il massimo per attirare nuove famiglie. La popolazione sta invecchiando. Mi sto battendo per dare un futuro a questa regione».
Qual è la situazione attuale?
«Vi dico qualche cifra. A Poschiavo, che conta circa 3.300 abitanti, gli under 20 sono 632, mentre gli over 65 sono 878. Calcolate che in tutta la valle ci sono circa 4.500 persone complessive. La proporzione è quella».
Oggi gli iscritti alla scuola professionale di Poschiavo sono 95. Di cui 70 provenienti dalla vicina Provincia di Sondrio. Che senso ha tenere aperta una scuola quasi solo per italiani?
«Nella nostra valle abbiamo circa mille frontalieri. Lavorano nella sanità, nell’istruzione e in aziende private come falegnami, elettricisti, lattonieri, muratori, camerieri... Bisogna essere sinceri: senza di loro andremmo a fondo. Dobbiamo essere grati ai frontalieri. Consentono alle imprese locali di continuare a esistere».
In Ticino un ragionamento del genere sarebbe utopico...
«Lo so. Ma questa è tutta un’altra realtà. Qui mancano davvero le nuove leve. E se dovesse chiudere la scuola professionale, le cose si aggraverebbero. Perché quei ragazzi grigionesi che attualmente si formano sul posto, andrebbero a formarsi altrove. E non tornerebbero più indietro. Perderemmo anche loro insomma».
Il nodo legato alla scuola professionale sembra cruciale per il vostro futuro.
«Sappiamo che per alcune professioni c’è difficoltà a raggiungere il numero minimo di allievi per classe. Ma da qui a chiudere tutto ce ne vuole… Va fatta una riflessione anche dal profilo sociale. La formazione è importante. Non bisogna scordare che in Valposchiavo ci sono aziende importanti come le officine meccaniche della Ferrovia retica e di Repower. Così come tante imprese nell'ambito dell'artigianato, dei servizi e del turismo».
Urge una soluzione per attirare nuovi giovani residenti nella regione. Qualche idea concreta?
«Vogliamo promuovere i prezzi dei nostri affitti. Già oggi sono decisamente più attrattivi di quelli dell'Engadina. E proprio in Engadina lavorano diversi italiani che al momento fanno i frontalieri. Per queste persone potrebbe essere davvero interessante prendere il domicilio da noi. Ne stiamo discutendo anche con la Regione Bernina, il progetto è caldo».