Il comitato interpartitico composto da PLR, Lega, Centro e UDC ha oggi consegnato oltre 17mila sottoscrizioni
BELLINZONA - La revisione delle stime immobiliari, prevista nel 2025, «rischia di provocare un enorme aumento delle imposte per i proprietari di case, e anche di far saltare prestazioni sociali e sussidi».
È per questi motivi che un comitato interpartitico composto da PLR, Lega, Centro e UDC ha deciso l'anno scorso di lanciare una raccolta firme per neutralizzare il previsto aumento dei valori di stima, riuscendo a raccogliere 17'256 firme a favore della modifica costituzionale.
Le firme sono state consegnate questo pomeriggio alla Cancelleria dello Stato. Come era stato annunciato pochi giorni fa, infatti, l'iniziativa popolare costituzionale “Sì alla neutralizzazione dell’aumento dei valori di stima immobiliare” porterà i ticinesi al voto.
Di cosa stiamo parlando? La legge sulla stima prevede che, a partire dal 2025, i valori di stima degli immobili ticinesi vengano rivisti, come viene fatto ogni 20 anni. In Ticino, il valore di stima di un immobile si aggira in media al 45% del suo valore di mercato, ma ora rischia di raddoppiare poiché una sentenza del Tribunale federale ha chiarito che «non dovrebbe essere inferiore al 70%». Un adeguamento delle stime senza misure compensatorie genererebbe, secondo il comitato interpartitico, oltre 400 milioni di franchi d'imposte supplementari all'anno.
La proposta del Comitato interpartitico intende quindi ancorare nella Costituzione cantonale il principio della suddetta neutralità per quanto concerne il prelievo di tributi e la concessione di prestazioni, aiuti e sussidi. Più nel dettaglio - sempre secondo i promotori - proteggerebbe i proprietari di casa e gli inquilini sia contro l’eventuale arbitrio del Cantone sia contro quello dei Comuni, anche perché le stime non sono rilevanti solo nell'ambito delle tasse. «Per esempio, un Comune non potrà cancellare buona parte dei sussidi comunali all’installazione di pannelli solari per il semplice fatto che le stime siano state riviste nel loro complesso».
Al momento del lancio dell'iniziativa, il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch aveva dichiarato alla Regione di temere che con quest'iniziativa si aiuterebbero solo le persone benestanti, e che - vista la competenza federale della questione - poco cambierebbe un articolo costituzionale ticinese. Gli argomenti ci sono, toccherà ai cittadini ticinesi avere l'ultima parola.