Battute esplicite, commenti velati, toccamenti e anche peggio. Suter: «Certi posti strumentalizzano il corpo delle dipendenti»
LUGANO - Negli scorsi giorni Gastro Suisse ha dichiarato di non essere a conoscenza di episodi di abusi sessuali nel settore della ristorazione o in quello alberghiero. «Né tra ospiti e dipendenti, né internamente». Proprio per questo, l'associazione di categoria non vede la necessità di un intervento mirato.
«Battute esplicite sul mio colore di capelli» - Alcune testimonianze da noi raccolte dimostrano però il contrario. «Capita che i clienti facciano commenti un po' spinti, molestie velate. In particolare ce n'è uno, ha una disabilità che lo costringe sulla sedia a rotelle... Prende spunto dal colore dei miei capelli: sono rossa e le battute sono quelle note», ci racconta una barista che lavora a Lugano. «Ho più volte interpellato il titolare per chiedergli di intervenire, ma la risposta è sempre la stessa: devo chiudere un occhio».
«Apri la posta e li trovi nudi» - «Le situazioni più frequenti le viviamo con il room service», racconta l'impiegata di un 5 stelle del Bellinzonese. «Ci chiamano di notte chiedendoci un asciugamani, poi si fanno trovare nudi. Capita anche chi si fa portare da bere e poi quasi ti costringe a condividere la bottiglia con lui».
«Questa cliente è quasi una stalker» - Non sono solo le donne a dover sopportare gli sbalzi ormonali della clientela. «C’è una donna che viene spesso da noi. Diciamo che è abituata ad alzare il gomito», racconta un cameriere di un ristorante del Luganese. «Il problema è che quando l'alcol inizia a salire comincia con i toccamenti, mi abbraccia, mi invita a casa sua. Più di una volta è rimasta ad attendermi fuori dal locale dopo la chiusura… con me barricato dentro aspettando che se ne vada».
Testimoni e vittime di molestie - Anche i lettori di Tio/20 Minuti dipingono una situazione che non sembra combaciare con le dichiarazioni di Gastro Suisse. In un sondaggio, il 36% degli interpellati ha ammesso di aver assistito “innumerevoli volte" a scene di molestie nell’hotellerie o nella ristorazione. Il 7% degli intervistati ha dichiarato di essere stato “vittima in prima persona”. Il 2% sostiene persino di “sopportare, continuando a fare il proprio lavoro”. Ci sono pure i rei confessi: un 7% trova che “un complimento o una pacca sul sedere non siano nulla di che”, un 2% ammette di essere stato a volte “un po’ troppo esplicito”.
«La nostra indole latina non aiuta» - «Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e negare il problema», è la risposta di Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino, oltre che imprenditore e gerente. «Le dichiarazioni di Gastro Suisse - aggiunge - forse sono state mal interpretate. Non si vuole negare l'esistenza del problema. A livello nazionale le segnalazioni alla centrale sono poche, sicuramente sono più sollecitate le sezioni cantonali, quindi anche Gastro Ticino».
Insomma, quella di Suter è una conferma: «A volte capitano situazioni che oltrepassano il limite. Quello che si può fare è sensibilizzare il datore di lavoro, i colleghi, ma anche la clientela».
Il problema, per il presidente di Gastro Ticino, è anche culturale: «Sicuramente la nostra indole latina non aiuta. Ma se già nell'offerta di lavoro si punta alla "cameriera carina" allora vuol dire che si sta percorrendo la strada sbagliata».
Suter critica tutti quei posti in cui l'aspetto delle dipendenti è l'amo usato per attirare la clientela: «A volte trovi locali in cui queste ragazze diventano il fulcro dell’attività. Tutto ciò, oltre che pericoloso, è anche offensivo e svaluta le reali capacità di una persona».