Intervista al dottor Biagio Tinghino. In Parlamento oggi il divieto di vendita ai minori delle sigarette elettroniche.
LUGANO - Nella seduta del Gran Consiglio che si tiene oggi pomeriggio si deciderà se introdurre il divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minori dei 18 anni e il divieto di fumarle in spazi chiusi. La Commissione sanità e sicurezza sociale ha dato l'ok sul messaggio del Consiglio di Stato di adeguare la nuova normativa in fatto di promozione della salute sul tabagismo e ha invitato il Parlamento a esprimersi favorevolmente. Il dottor Biagio Tinghino, ex past-presidente della Società Italiana di Tabaccologia e direttore scientifico della National School of Medical Tobaccology, non ha dubbi sulla pericolosità delle e-cigarettes.
L’e cig usa e getta sono state salutate come una valida e sana alternativa per combattere l’astinenza e allontanarsi per sempre dalla classica bionda, ma in alcuni modelli di queste "puff" è presente un tasso di nicotina pari al 2%, a 20mg, una quantità equiparabile ad un pacchetto e mezzo di sigarette tradizionali. Che siano questi dispositivi la porta d’ingresso all’abitudine al fumo «vero»?
«Gli esperti in genere non sono contrari per principio all’uso di erogatori di nicotina la cui sicurezza ed efficacia è garantita da studi clinici indipendenti, purché in un contesto di cura e sotto supervisione medica. Ma in realtà le sigarette elettroniche, oggi, costituiscono uno dei tanti modi per consumare nicotina, non uno strumento terapeutico. Si tratta di un prodotto commerciale di libera vendita, per il quale non vengono richiesti test sulla sicurezza tossicologica e clinica. Da quando puff Bar, happy puff, narghilè, pipe e sigari elettronici sono entrati in commercio il numero dei fumatori non è affatto diminuito, anzi negli ultimi anni è aumentato. Peraltro, le ricerche condotte dall’Istituto Superiore di Sanità, dimostrano che il 70 e l’80 % dei consumatori è duale, cioè usa sigarette tradizionali e sigarette elettroniche».
Oltre a ciò va fatta una attenta riflessione sulle e-cig come modalità di introduzione dei ragazzi al mondo della dipendenza da nicotina.
«Assolutamente sì! Alcuni recenti device sono molto potenti e utilizzano nicotina associata a basi che facilitano la penetrazione di questa sostanza nella barriera ematoencefalica, un modo per accelerare l’assorbimento, fenomeno che accentua la dipendenza. Pertanto, l’idea (errata) che non facciano male, porta a uno “sdoganamento” del loro uso e può abbassare l’attenzione sul problema».
Gli e-liquid contenuti in questi vaporizzatori, con o senza nicotina, comprendono parecchi aromi. Alcune ricerche attestano che l’uso di un liquido all’aroma di menta causerebbe una maggiore sensibilità alla polmonite (come quella associata al Coronavirus) rispetto al liquido all’aroma di mango. Bugia o verità?
«I liquidi delle sigarette elettroniche spesso contengono aromi che non sono sperimentati per l’uso inalatorio. Si tratta di aldeidi alifatiche (aromi di frutta), aldeidi aromatiche (per sapori dolci o speziati). Indagini su tessuto e su animali mostrano che queste sostanze provocano stress ossidativo nelle cellule, inducendo il rilascio di sostanze pro-infiammatorie (citokine) le quali inibiscono le risposte immunitarie dell'organismo. Tutti meccanismi che potrebbero alterare la funzione delle cellule dell’apparato respiratorio e indurre un rischio più alto di infezione da Sars Cov-2. Ma ci sono ancora poche evidenze dirette di tossicità sull’uomo».
Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Ohio State University College of Medicine, lo svapo può causare insufficienza cardiaca e danneggiare il cervello degli adolescenti in via di sviluppo. È vero?
«Dovremmo smettere di parlare delle sigarette elettroniche paragonandole sempre al fumo tradizionale e cominciare a studiarle come fenomeno in sé. La nicotina non è una sostanza priva di rischi per la salute. Quando pensiamo che sia utile accettarla come “male minore” dovremmo chiederci “quanto minore” e fino a che punto siamo disponibili a fornire il consenso a creare una nuova categoria di malattie, che probabilmente tra 10 anni potremo catalogare chiaramente come nicotina-correlate. Questo composto, solo per fare alcuni esempi, è aterogeno, ossia facilita l’indurimento delle arterie, fa salire la pressione arteriosa, favorisce l’insorgenza di malattie cardiache. Non dobbiamo inoltre dimenticare che alcune reti neurali del cervello nella fase di sviluppo (per esempio degli adolescenti) vengono modificate in modo persistente. La nicotina induce dipendenza anche per uso intermittente e per quantità apparentemente “non eccessive”. Le relazioni di Eric Kandel, premio Nobel per la medicina, nel 2000 hanno dimostrato che l’impiego di questo stimolante può rendere il cervello più sensibile all’uso di altre sostanze psicotrope».
Le e-cigarettes e gli altri device elettronici che liberano nicotina, possono aumentare il rischio maschile di problemi di erezione?
«È noto da tempo il rapporto tra disfunzione erettile e fumo. Moderne ricerche però hanno dimostrato che anche l’uso di e-cig è associato a questo problema, indipendentemente dall’età, dalle malattie cardiovascolari e da altri fattori di rischio. I dati derivati dal Population Assessment of Tobacco and Health (PATH) Study mostrano che si tratta di un effetto collaterale ben misurabile e ci suggeriscono che i consumatori dovrebbero essere informati di questo inconveniente».
Cominciano a emergere studi che associano l'impiego delle e-cig in gravidanza alla nascita di neonati di basso peso. Un consiglio per tutte le donne?
«Documenti pubblicati nel mese di gennaio 2023 dalla prestigiosa rivista Preventive Medicine, quindi molto recenti, indicano che esiste un rischio aumentato di morte del feto per le donne che usavano sigarette elettroniche con sapori di menta o mentolo e che questo pericolo è 3,27 volte maggiore, rispetto a chi non consuma questi prodotti. Stando poi alle ricerche condotte da Annette Regan su ben 79.000 donne, l’impiego quotidiano di tali erogatori durante la gravidanza aumenterebbe il rischio di parto pretermine e basso peso alla nascita, per cui il consiglio è di interromperne l’uso già nel periodo del concepimento».
Un mondo libero dal tabacco entro il 2040. È questa la deadline fissata a livello mondiale, confermata nel corso dell'ultima World Conference on Tobacco or Health. Riusciremo realmente a creare una generazione smoking-free entro metà secolo?
«L’uso di tabacco è una abitudine acquisita, non un bisogno fisiologico. Dipende da fattori commerciali, culturali, normativi. Come tutti i fenomeni acquisiti è modificabile. Gli strumenti migliori per combattere questa dipendenza sono costituiti dalla promozione del benessere e dal potenziamento delle offerte di cura del tabagismo, ovvero da una politica di Tobacco Control fatta di tanti interventi, unita a provvedimenti legislativi. In generale, mi spiace pensare che qualcuno possa ridursi a identificare la felicità con l’uso di una sostanza psicotropa. Dobbiamo porci questo obiettivo, perché gli obiettivi servono a costruire programmi, misurare i risultati, fornire uno scenario, così come è successo con gli obiettivi epidemiologici per le grandi malattie infettive come il vaiolo o la poliomielite. Il risultato sarà il frutto di una sintesi “hegeliana”, e ci porterà sicuramente più avanti nella storia della salute».