Il Consiglio federale ha risposto così a una mozione di Lorenzo Quadri
BERNA - Per contrastare la criminalità transfrontaliera, la chiusura dei valichi di confine durante la notte presenta pochi vantaggi. È la motivazione addotta dal Consiglio federale che risponde picche a una mozione di Lorenzo Quadri (Lega-UDC/TI) con cui il deputato leghista chiede un intervento del governo per limitare le scorrerie di malviventi in territorio ticinese, specie nel Mendrisiotto.
Con questa mozione, Quadri rileva la richiesta formulata nel 2014 dall'ex consigliera nazionale Roberta Pantani (Lega/TI) accolta all'epoca dal Parlamento nonostante la raccomandazione negativa del Governo.
L'esecutivo, messo sotto pressione, aveva quindi deciso quale test pilota di sbarrare tre valichi di frontiera ticinesi - Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga - dalle 23.00 alle 05.00 - da inizio aprile 2017 a fine settembre dello stesso anno.
Per tutta risposta, il Governo di Roma aveva convocato l'ambasciatore svizzero nella città eterna, all'epoca Giancarlo Kessler, per chiarimenti. Terminato l'esperimento, il Consiglio federale aveva giudicato poco efficace il provvedimento, decidendo di non prorogare il test benché il Parlamento abbia più volte deciso di non archiviare la mozione Pantani fino al giugno 2022 quando, come ricorda Quadri nel suo intervento, è stata tolta dall'agenda.
I problemi ci sono
Eppure, stando al consigliere nazionale leghista i problemi sussistono. Di recente, a Novazzano, proprio in prossimità di un valico incustodito, è stata commessa una rapina a mano armata al domicilio di due anziani, i quali sono stati legati e costretti a consegnare il contenuto della cassaforte, sottolinea il municipale di Lugano, precisando che i «malviventi sono arrivati e fuggiti in auto dall'Italia, cosa che non avrebbero potuto evidentemente fare se il valico stradale fosse stato chiuso».
Quadri teme che queste modalità criminose, che mettono inermi cittadini in pericolo di vita, possano prendere piede. Per prevenirle e contrastarle, misure ai confini sono imprescindibili, a suo avviso. «Anche i flussi migratori clandestini dall'Italia a seguito dal "caos asilo" impongono una maggiore sorveglianza dei valichi», puntualizza l'esponente della Lega sotto il Cupolone.
Poca incidenza su criminalità
Pur dicendosi consapevole del problema della criminalità transfrontaliera e delle sfide legate alla migrazione illegale al confine meridionale, il Governo assicura di prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione locale: nelle regioni di confine la situazione in materia di sicurezza viene costantemente sorvegliata e analizzata.
Tuttavia nella sua risposta, il Governo ricorda che dalle chiusure notturne dei valichi secondari nel Canton Ticino attuate, a scopo di prova, nel 2017, «non sono emerse indicazioni sull'influenza di tale misura sul tasso di criminalità nel Canton Ticino». Una decisione, quella dell'esecutivo, che teneva inoltre conto di tutti gli interessi in gioco: partecipazione della Svizzera a Schengen, relazioni bilaterali con l'Italia e senso di sicurezza della popolazione. All'epoca, il Consiglio federale era giunto alla conclusione che la chiusura dei valichi di confine durante la notte presentasse pochi vantaggi. Tale valutazione è rimasta invariata da allora, precisa la risposta.
Meglio i controlli mobili
Per tutte queste ragioni, l'esecutivo è del parere che l'impiego mirato di barriere, installate presso nove valichi di confine secondari nella regione, come anche l'esecuzione di controlli mobili rimangano tuttora le misure più efficienti nella lotta contro la criminalità transfrontaliera. In particolare i controlli mobili risultano più efficaci, per via del loro effetto sorpresa, di misure statiche come la chiusura di determinati valichi di confine.