Presentato lo studio di fattibilità per il risanamento di 12 ettari di superficie all'interno del Parco del Piano di Magadino
BELLINZONA - La stima è che nelle discariche del Pizzante, che si trovano all'interno del Parco del Piano di Magadino, vi siano depositate circa 820'000 tonnellate di rifiuti. Il Dipartimento del territorio vuole "ripulire" almeno 12 ettari di superficie per restituirli all'agricoltura e alla natura.
«È un progetto che richiederà un ingente sforzo - si legge in una nota - e per gestire in sicurezza il risanamento, dal profilo logistico sarà necessario adottare diversi accorgimenti a protezione dell’ambiente». Ad esempio? «Bisognerà pianificare attentamente la separazione di diverse tipologie di rifiuti e le loro vie di riciclaggio (circa 85'000 tonnellate), procedere alla loro valorizzazione energetica (550'000 tonnellate) e allo smaltimento in altre discariche (185'000 tonnellate)» scrive il dipartimento.
Il costo stimato dell'operazione è di 250mln di franchi. «La proposta di considerare il risanamento delle discariche del Pizzante è stata sottoposta preliminarmente all’Ufficio federale delle strade (USTRA) e all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)» ricordano dal Dipartimento del territorio. E aggiungono che «la bonifica delle discariche del Pizzante è una importante misura di compenso ecologico in accompagnamento al collegamento A2 – A13, di competenza dell’Ufficio federale delle strade (USTRA), e inserito dalla Confederazione quale progetto di sviluppo strategico delle strade nazionali».
Alla conferenza stampa di presentazione dello studio sono intervenuti il Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, il Vicesindaco della Città di Locarno, Giuseppe Cotti, il Direttore della divisione dell’ambiente, Giovanni Bernasconi, il Presidente della Fondazione del Parco del Piano di Magadino, Giacomo Zanini, il Direttore della Fondazione del Parco del Piano di Magadino, Giovanni Antognini, il Presidente dell’Unione contadini ticinesi, Omar Pedrini e il segretario dell’Unione contadini ticinesi, Sem Genini.