Marina Bellavia, Next Fertiliy Procrea di Lugano: «A una paziente non è stato rinnovato il contratto. Servono conoscenza e informazione».
LUGANO - «L’infertilità non è una scelta». Usa queste parole Marina Bellavia, direttrice sanitaria della clinica Next Fertility Procrea, per spiegare la strada della procreazione assistita intrapresa da migliaia di coppie negli ultimi anni.
Solo nel 2022, grazie all’equipe della clinica luganese, sono nati 486 bambini «grazie alle terapie proposte, che sono state per il 60% omologhe, per il 26% con donazione di ovuli e per il 14% con donazione di seme». Sono oltre 3’000 negli ultimi 12 anni. Non solo, nei primi mesi del 2023 ci sono ben 137 neonati in arrivo. Inoltre, sono sempre più giovani le coppie che si rivolgono alla fecondazione artificiale. È bene sottolineare che i bambini nati da ovodonazione, grazie all’equipe di Procrea, sono pazienti seguiti all’estero (non in Svizzera) e che hanno seguito il percorso di ovodonazione all’estero (la precisazione vale anche per l'articolo uscito sul giornale cartaceo il 27 febbraio).
Ma, sul tema, è ancora forte lo stigma. «Esiste e per tanti motivi - spiega Bellavia - In particolar modo per le donne. Il rapporto gravidanza e lavoro non è vissuto solitamente in maniera positiva. Esiste una certa remora nel comunicare al proprio datore di lavoro l’intenzione di avviare un percorso di procreazione assistita». Questo perché c’è un certo timore per le problematiche che questa scelta potrebbe provocare, «non solo ai fini di una gravidanza, ma pure per i tempi che sono richiesti per esami e controlli. Ho avuto una paziente alla quale non è stato rinnovato il contratto dopo che ha comunicato al proprio datore di lavoro l’intenzione di rivolgersi alla PMA per avere un figlio».
Queste situazioni, secondo la ginecologa esperta in Medicina della riproduzione, «sono da combattere e si combattono con la conoscenza e l’informazione: l’infertilità non è una scelta».
Intanto, sono in aumento le persone che decidono di affidarsi alla procreazione assistita. «Il dato - spiega la direttrice sanitaria - risente di un fenomeno sociale: è in costante salita l’età media delle coppie al primo figlio». Occorre tenere presente che, più passa il tempo, e più si abbassa la capacità riproduttiva sia nelle donne sia negli uomini. «Quindi non bisogna aspettare - precisa Bellavia - Anzi, l’attesa non fa altro che peggiorare la situazione. Anche in questo caso l’informazione può svolgere un ruolo primario».
La struttura sanitaria luganese accoglie l’’80% dei pazienti italiani. Ma le coppie ticinesi sono in crescita. «Non sfuggono a questa tendenza - conferma la dottoressa - Quindi, sì abbiamo un trend in salita, seppur non particolarmente accentuato».
A Next Fertility ProCrea, lo scorso anno, sono nati una settantina di bambini attraverso la donazione del seme. Non esistono dati dettagliati sul fenomeno, ma la sensazione è che siano in aumento. «Facciamo riferimento a donatori già presenti nella nostra banca e quindi non ci è possibile avere questo trend - conclude Bellavia - Registriamo però che le campagne di sensibilizzazione sulla donazione di seme hanno un riscontro positivo. Quindi c’è attenzione al tema e questo fa presupporre che ci sia una crescita dei donatori, o meglio, degli aspiranti donatori».