Marina Carobbio Guscetti critica il piano del Consiglio di Stato. Su una linea simile anche l'MPS.
BELLINZONA - Il piano di tagli annunciato dal Consiglio di Stato per risparmiare e arrivare, entro il 2025, al pareggio di bilancio ha già iniziato a far parlare di sé, attraendo critiche in particolare dalla sinistra ticinese.
Una delle prime persone a essersi espressa è stata la Consigliera agli Stati Marina Carobbio Guscetti, che su Twitter si è detta in particolare contraria ai tagli a prestazioni e servizi e a quelli lineari alla spesa pubblica («soprattutto a fronte dei bisogni a cui rispondere oggi in Ticino, tra cui l'aumento dei premi di cassa malati e l'aumento della precarietà)».
Per l'esponente socialista, «tagliare sul personale e non sostituire i partenti in maniera adeguata vuol dire di fatto ridurre i servizi alle cittadine e ai cittadini». Cosa andrebbe, invece, fatto? «Delle forze politiche lungimiranti dovrebbero analizzare la spesa per vedere i margini di manovra che ci sono senza minare la coesione sociale del nostro Cantone e senza aumentare le disuguaglianze». Ma anche «rinunciare agli sgravi fiscali previsti» (a partire dal pacchetto di 60 milioni annunciato a seguito della riduzione del coefficiente d’imposta) e «intervenire presso il Consiglio federale per rivedere l’accordo con la BNS, che a sua volta non può semplicemente chiamarsi fuori».
L'MPS: «Bisogna agire sulle entrate»
Anche il Movimento per il Socialismo ha poco dopo diramato un comunicato stampa, denunciando che dalle misure annunciate emergono due chiare direttrici: «Il peggioramento del servizio pubblico (ad esempio tramite la decisione di non sostituire il personale partente) e un ribaltamento degli oneri sui cittadini che più hanno bisogno dell’intervento dello Stato (ad esempio attraverso la limitazione dei contributi potestativi)».
Per gli esponenti del partito di sinistra, poi, la strategia è persino contraria alla logica con la quale è stato approvato il decreto Morisoli: si diceva che sarebbero state escluse «misure di contenimento della spesa che potessero colpire le fasce più deboli della popolazione. Non sarà così proprio per la natura delle misure avanzate».
Inoltre, l'MPS critica il fatto che i provvedimenti prospettati nel documento verranno realizzati senza la possibilità di un confronto politico pubblica e una decisione politica, ma anche «la logica catastrofista di contenimento e diminuzione della spesa pubblica e del debito pubblico», con quest'ultimo che è «assolutamente contenuto rispetto alla ricchezza prodotta nel Cantone».
Per il Movimento, in conclusione, se si vuole agire per aumentare lo spazio di manovra del Cantone «è sulle entrate che bisogna concentrarsi, modificando la politica fiscale del Cantone che da ormai oltre due decenni favorisce i detentori di altri patrimoni e alti redditi».