È stato avvistato questa mattina verso le otto sull'alpe Rompiago: non si sa se si tratti dello stesso branco già notato in quella zona
CAPRIASCA - È stato avvistato verso le otto di questa mattina sull’alpe Rompiago: il branco di lupi, composto da cinque esemplari, potrebbe essere quello già individuato e che si sposta tra la Val Colla e le valli limitrofe, ma come ha dichiarato il guardacaccia «non vi sono conferme al momento».
Le preoccupazioni degli allevatori - Un avvistamento che genera allarme fra i componenti dell'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori e fra gli stessi allevatori: «La situazione sta diventando insostenibile - scrive in una nota l'associazione - fra un mese gli animali dovranno uscire al pascolo, ma la presenza di un branco più altri lupi stanziali o di passaggio già visti nelle scorse settimane, non lo permetterà».
Animali da allevare all'aperto costretti a rimanere nelle stalle - Si chiedono, amareggiati, se abbia ancora senso «allevare animali che per la loro natura dovrebbero vivere il più possibile all’aperto, al pascolo, e che invece siamo costretti a rinchiudere in stalle e recinti a prova di lupo?». E aggiungono: «Fino a quando sarà conciliabile una presenza di un branco di lupi in zone molto frequentate dal turismo pedestre?».
Un numero elevato di avvistamenti: da inizio anno sono già venti - Gli avvistamenti in Ticino durante questi primi due mesi dell’anno lasciano intendere una presenza molto maggiore di lupi rispetto allo scorso anno che «a livello di attacchi e capi predati era già stato terribile».
Se lo scorso anno nei primi due mesi vi erano state tre o quattro segnalazioni, «quest’anno le segnalazioni ufficiali di avvistamenti o resti di predazione di selvatici sono già una ventina in ogni angolo del Ticino. Dalla Val di Blenio, alla Leventina, all’Alta Vallemaggia, al Bellinzonese, al Luganese. Tutti segni di una presenza intensa e capillare anche vicino agli abitati».
Le critiche alla gestione della questione dei grandi predatori - L'associazione ricorda quello che consiglia la "Strategia lupo svizzera" voluta dal Consiglio federale: «Ridurre al minimo i conflitti con l’agricoltura, la caccia, il turismo e la popolazione interessata, impedire che la presenza del lupo comporti restrizioni inaccettabili nell’ambito dell’allevamento di animali da reddito».
Questo per sottolineare criticamente che «si è voluto che il lupo fosse un animale strettamente protetto ma lo si è lasciato espandere senza porre nessun limite e i risultati sono catastrofici per tutti».