È già tempo di cercare nuovi ragazzi da impiegare nelle colonie. L'esperto: «Non va fatto per soldi, ma per crescita personale»
LOCARNO - Si va dai 500 franchi ai 1200 per la posizione responsabile di turno. Il bando in quel di Locarno è aperto e volto a reperire monitori da impiegare presso Colonia diurna al Parco Robinson e la Colonia residenziale Vandoni ai Monti Groppi di Tegna. Sono tre i turni per il 2023 che (esclusi il sabato e la domenica) toccano il periodo che va dal 26 di giugno e termina il 4 di agosto.
«Un lavoro che comporta qualche rinuncia» - Lo scopo: «Raggiungere più persone possibile», ci spiega Ramon Nessi, responsabile della Colonia Vandoni. Anche perché, sottolinea, «non è così scontato trovare giovani sufficientemente motivati». Ciò, chiaramente, è giustificato dall’impegno che comporta il ruolo di monitore. «Soprattutto per una colonia residenziale - sottolinea Vandoni - significa mettersi a disposizione dei bambini per buona parte dell’estate, giorno e notte. Quindi si rinuncia alle uscite con gli amici, a qualche cena fuori. E così per diverse settimane, quelle del periodo estivo».
Un piccolo sacrificio, insomma, che per Vandoni restituisce molto altro: «È un modo per confrontarsi con il mondo del lavoro e guadagnare qualcosa. Ma è anche una sfida, specie per chi mira a lavorare nel sociale. Diventa così non solo una palestra, ma anche un’esperienza che fa curriculum».
Accedervi non è poi così difficile, ci tiene a precisare il responsabile: «I requisiti non sono tantissimi se non l’età ed eventuali brevetti, come quello di salvataggio. Diciamo che non è una posizione altamente selettiva. Ovvio, una scrematura c’è, ma fare il monitore non è un traguardo inarrivabile».
«Pochi giovani, ma è così da 30 anni» - La difficoltà nel reperire giovani è confermata anche da Paolo Bernasconi, segretario generale di Cemea Ticino. «Nulla di nuovo, è così da almeno 20/30 anni. Si fa sempre un po' fatica e c’è costantemente il bisogno di rimpolpare laddove c’è chi molla, magari perché inizia a lavorare o per altre ragioni».
Insomma, c'è un ricambio costante e, ammette Bernasconi, negli ultimi anni forse qualche giovane in meno disposto a tentare l'esperienza. «Ma, dati alla mano, stiamo sempre parlando di 1000/1500 ragazzi che si mettono a disposizione ogni anno», assicura il segretario Cemea.
«Un'esperienza di vita che non ha paragoni» - Per Bernasconi chi si vuole approcciare a questo mondo non lo deve certo fare per denaro. Anche perché, sottolinea, non tutte le colonie retribuiscono i monitori. «Una grossa fetta concede una sorta di rimborso spese». Il valore aggiunto è piuttosto «nell'esperienza collettiva, nella residenzialità. Nel vivere assieme ad altre persone. Un momento di cittadinanza attiva che ti porta non solo a prenderti cura dei bambini, ma a vivere e collaborare in una piccola comunità regalandoti un'esperienza di vita e di crescita personale che non è paragonabile a null'altro. Che tu sia monitore o bambino».
Anche per Bernasconi si tratta di una chance da cogliere per chi intenda un domani lavorare nel sociale. «Che si voglia fare l'educatore, lo psicologo o un altro lavoro simile la colonia è utilissima. Meglio se preparata, ad esempio facendo formazione. Penso ad esempio al nostro stage di base previsto per la prossima Pasqua, nel quale oltre alle attività viene dato modo di riflettere su cosa voglia dire e cosa comporti prendersi questo tipo di responsabilità».