Gli inverni miti non hanno fatto andare in letargo questi acari. L'Ufficio del medico cantonale: «Sopra i sette gradi sono attivi».
BELLINZONA - «Il non inverno 2022-2023». Queste sono le esatte parole usate di MeteoSvizzera per definire una stagione "fredda" che fredda non è mai stata. E le temperature (alquanto) miti registrate nel nostro cantone hanno fatto uscire dal loro torpore molte specie che solitamente in inverno vanno in letargo. Tra di loro troviamo anche le zecche.
«Attive tutto l'anno» - «Almeno alle nostre latitudini sarebbe più opportuno dire che le zecche non hanno mai smesso di essere attive», precisa l'Ufficio del medico cantonale (Umc), ricordando come una temperatura sopra i sette gradi permetta a questi acari di attivarsi, mettersi in attesa del passaggio di un animale sul quale rifocillarsi tramite un pasto di sangue e compiere il proprio ciclo vitale senza l’interruzione invernale.
Sempre più in alto - Anche l'habitat delle zecche si sta ampliando. «Da una parte - spiegano dall'Umc - a causa dei cambiamenti climatici, visto che ora le zecche le troviamo sempre più in alta quota e per quasi tutto l’anno, dall’altra parte anche a causa dell’uomo poiché sono ad esempio aumentate le zone di habitat di questi acari a causa del rimboschimento di aree destinate un tempo al pascolo».
«La prevenzione è fondamentale» - «La prevenzione contro le zecche resta fondamentale», precisa l’Ufficio del medico cantonale. «Quando usciamo per una passeggiata dobbiamo essere consapevoli della loro presenza anche nella stagione invernale (se si presenta come quella di quest’anno) e abituarci a prendere delle precauzioni». Ma quali esattamente? «È necessario utilizzare un repellente efficace da spruzzare sulla pelle scoperta e sui vestiti. È utile indossare pantaloni lunghi e di colore chiaro che vanno infilati nelle calze», spiega l’Umc. Altrettanto importante, una volta rientrati a casa, è ispezionare tutto il corpo e soprattutto la nuca nei bambini. «Se si trova una zecca, bisogna toglierla immediatamente con una pinzetta. Non aspettare di andare il giorno dopo dal medico o in farmacia».
Uno su quattro porta la borrelia - Sì, perché più a lungo l'acaro resta a contatto con il suo ospite, più aumenta il rischio che possa infettare. Il 26% delle zecche in Ticino è infatti portatore della borrelia, una malattia per cui non esiste vaccino, ma che è curabile efficacemente con gli antibiotici. «Nel 2022 - secondo le stime estrapolate dall'UFSP - ci sono stati circa 8'300 casi in Svizzera». Un numero, questo, «sostanzialmente stabile» negli ultimi anni, a eccezione delle oscillazioni avute durante il periodo pandemico.
MEVE assente in Ticino - Un’altra patologia tipica (ma più rara) della morsicatura di questi acari è la meningoencefalite da zecca (MEVE) che lo scorso anno ha colpito 391 persone in tutta la Svizzera (in aumento rispetto ai 285 casi del 2021). «Da inizio gennaio sono stati notificati sette casi di MEVE al di fuori dal Ticino. Questo ci mostra, una volta di più, che quest’anno le zecche sono attive anche in inverno». Da questa malattia ci si può proteggere tramite un vaccino. «La vaccinazione è raccomandata alle persone che vivono o frequentano le zone a rischio in Svizzera - tutti i Cantoni tranne Ticino e Ginevra - ma anche nel resto dell’Europa e che potenzialmente si espongono alle zecche entrando in contatto con il loro habitat», sottolineano dall'Ufficio del medico cantonale, ricordando che la vaccinazione «va pensata per tempo» in quanto necessita di tre dosi con intervalli di tempo necessari tra un’iniezione e l’altra.