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LUGANO«Veniva anche al gabinetto con me per controllarmi»

14.04.23 - 08:30
Da principe azzurro a carnefice. L’incubo di una giovane donna soffocata dal partner. E il supporto di Mi-Ti-Ci Against Abuse.    
Depositphotos
«Veniva anche al gabinetto con me per controllarmi»
Da principe azzurro a carnefice. L’incubo di una giovane donna soffocata dal partner. E il supporto di Mi-Ti-Ci Against Abuse.    

LUGANO - «Stiamo facendo tanto. Ma le nostre risorse sono limitate. Le vittime le incontriamo al parco o al bar. Dopo questi anni di ottimi risultati, forse meriteremmo un appoggio istituzionale concreto». Manga, nome in codice come tutti i suoi colleghi, è il fondatore di Mi-Ti-Ci Against Abuse, un’associazione che sostiene donne e bambini vittime di violenze. «Ci piacerebbe avere un piccolo sportello. Uno spazio che qualcuno ci mette a disposizione. Magari il Cantone o qualche Comune».

La storia – L’associazione nasce nel 2019 da un gruppo di harleysti. Gente di cuore che vuole dare una mano a chi è in difficoltà. Ad esempio ad Alessandra (vero nome noto alla redazione), donna sulla trentina residente nel Luganese. A un certo punto la sua vita si è trasformata in un incubo. «Credevo di avere incontrato il principe azzurro. Nei primi due anni è stato tutto meraviglioso. Poi sono arrivati tre anni da brividi. Ancora oggi, a quattro anni dalla separazione, sono scossa».

Ossessione – Lo sguardo di Alessandra è costantemente rivolto verso il basso. Gli occhi sono lucidi. La voce spesso trema. «Il primo indizio l’ho avuto a una festa tra amici. Con una scenata di gelosia improvvisa. Inizialmente credevo fosse un episodio isolato. Ma la situazione si è aggravata col passare dei mesi. Lui voleva tenermi sotto controllo 24 ore su 24, era ossessivo, paranoico, martellante, quando arrivava un messaggio voleva subito sapere da parte di chi fosse, addirittura veniva al gabinetto con me». 

Il terrore che non finisce – Una condizione soffocante che ha portato a una separazione difficile. «Abbiamo avuto una figlia. Proprio nel momento di maggiore paranoia da parte sua. È arrivato anche a cercare lo scontro fisico in quel periodo. Quattro anni fa ci siamo lasciati. Ma il terrore non è finito. Lui ha continuato. L’ho denunciato e si è preso un divieto di avvicinamento. Poi, presa dalla bontà, ho ritirato la denuncia. E le cose sono precipitate di nuovo».  

Il diritto di visita – Seguirà una seconda denuncia. E stavolta l’ex partner della donna si becca due anni con la condizionale per minacce e ingiurie. Non ha più però un ordine restrittivo e può dunque esercitare il diritto di visita. Nel frattempo Alessandra conosce i Mi-Ti-Ci. «Accompagnano me e mia figlia al luogo dell’incontro col papà. E si preoccupano che tutto vada per il meglio. Mi accompagnano anche a riprendere la bimba».

Un’operazione delicata – «Lo facciamo anche in tanti altri casi – riprende Manga –. Siamo sempre alla ricerca di volontari, al momento siamo in una quindicina sparsi in tutta la Svizzera italiana. Il nostro è un compito che richiede parecchie persone. Non possiamo mandare una sola persona a un appuntamento del genere. Bisogna essere pronti a tutto. Non sappiamo mai come si comporterà la controparte della vittima. E calcolate che questo è solo uno dei nostri tanti compiti».

Partner della polizia – Da dicembre 2021 il gruppo è partner della polizia, sezione violenza domestica. «Le segnalazioni le riceviamo dai privati o dalle autorità. Siamo molto importanti nei casi in cui non c’è una denuncia, perché in quelle situazioni la polizia non può intervenire. Possiamo contare su avvocati e psicologi che si mettono a disposizione con varie ore pro bono. Ma ovviamente tutto questo non ci basta ad affrontare le numerose richieste che arrivano. Ogni giorno in Ticino ci sono più di due casi di violenza domestica, non dimentichiamolo».

«La testa non è mai libera» – Alessandra è grata all’associazione anche per il supporto psicologico. «È da un anno e mezzo che mi seguono. Sono delle stelle. Faccio fatica a tornare a vivere come prima. Spesso sono bloccata. Anche quando sono a bere qualcosa con un'amica la mia testa non è mai libera. La paura mi è rimasta dentro. Però ho trovato un supporto che mi dà tanto calore, qualcuno su cui contare nei momenti di scoraggiamento».  

Si cercano nuove leve
Il gruppo Mi-Ti-Ci Against Abuse è alla ricerca di volontari. Gli interessati possono contattare lo 079 669 91 98 oppure mandare la loro candidatura (che sarà valutata attentamente) all’indirizzo mail miticiticino@gmail.com. L’associazione non ha scopo di lucro e vive sostanzialmente di donazioni. Ogni collaboratore è coperto da un nickname per questioni di sicurezza. Come, ad esempio, Pisola o Zero. 

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