Assenza di neve e temperature troppo alte hanno complicato non poco la vita ai comprensori del Cantone.
BELLINZONA - Giorni di apertura dimezzati e numero di passaggi ridotti in maniera drastica. La mancanza di neve ha creato non poche difficoltà alle stazioni sciistiche ticinesi. Non è stato, insomma, un inverno facile. «Purtroppo la stagione appena terminata è stata disastrosa: per certi versi, è una fotocopia di quella dello scorso anno», spiega Luca Müller, direttore operativo della Nuova Carì. Del resto, l’assenza di precipitazioni e il clima più mite non invoglia le persone a mettersi ai piedi gli sci: «In un anno “normale” - aggiunge - stiamo attorno agli 85 giorni di esercizio. Questa volta, ne abbiamo fatti 50». Invece, per le persone passate dai “girellI”, si è raggiunta quota 12mila: «Di solito - continua - arrivavamo a 35mila primi passaggi».
Per quanto riguarda Airolo, Simone Beffa, direttore di Valbianca SA conferma come «purtroppo, anche quest’anno, la mancanza di neve ci ha penalizzati molto, però con quel poco che c’era abbiamo fatto miracoli per aprire quasi tutto il comprensorio, fare tutti i corsi di sci programmati e, fino a oggi, offrire a tutti nostri ospiti delle buone condizioni». I passaggi, dal 16 dicembre fino a settimana scorsa (il comprensorio è ancora aperto) sono stati circa 28’000.
Per certi versi in controtendenza, invece, i riscontri arrivati da Campo Blenio. In un comunicato definiscono «soddisfacente» la stagione: iniziata il 10 dicembre, grazie all’innevamento programmato sono stati 78 i giorni di apertura. «I primi passaggi sono stati circa 18'000 - fanno sapere - un risultato che, nonostante le difficoltà, si può definire buono. Anche la scuola di sci trae un bilancio positivo da questa stagione: è infatti riuscita a organizzare regolarmente quasi tutti i corsi collettivi, a far muovere i primi passi sugli sci a quasi 300 bambini e a effettuare quasi 1500 ore di lezioni private a bambini e adulti».
Stagione complicata anche per Matteo Milani, presidente degli Amici del Nara. «Abbiamo il vantaggio d’avere la pista delle slitte più lunga di tutto il Ticino. Ma, nonostante tutto, i giorni di apertura sono stati molto inferiori rispetto a una stagione normale». Non rincuorante il numero dei primi passaggi: «Ne abbiamo avuti poco più di 4’000- prosegue - ne avremmo avuto bisogno almeno 25mila. È stata una bella botta. Ma stiamo già pensando all’estate e siamo ottimisti per il prossimo inverno: ok, stanno salendo le temperature, ma sono stati mesi assolutamente anomali».