Sono le analisi del laboratorio cantonale. «I risultati mostrano però la fragilità del nostro comparto idrico rispetto all’attività umana».
BELLINZONA - Anche nel 2022 il laboratorio cantonale ha eseguito numerose attività ispettive e analitiche volte a sorvegliare la qualità dell’acqua e l’implementazione del controllo autonomo da parte delle aziende d’acqua potabile del nostro Cantone.
Durante il 2022, «si sono avuti 10 casi di non potabilità che hanno coinvolto 9 aziende e 10 comprensori». Tre casi sono stati originati da infiltrazioni di acque contaminate nelle strutture, 2 panne al sistema di trattamento, 2 casi d'intorbidimento dell’acqua (uno dovuto a lavori alle sorgenti e uno dovuto a lavori nella rete di distribuzione), 2 a causa d'incendi nelle zone di captazione e 1 caso d'inquinamento chimico a causa d'infiltrazioni nella rete di distribuzione durante lavori di sostituzione condotte. La non potabilità può essere dichiarata anche a titolo precauzionale.
L’ispettorato acqua potabile ha effettuato un totale di 55 ispezioni di acquedotti comunali, di cui 33 ispezioni complete e 22 ispezioni parziali, in aggiunta, come ogni anno, è stata monitorata la qualità microbiologica e la torbidità dell’acqua servita alle utenze. «In totale, sono stati prelevati 823 campioni, di cui 24 (2.9%) risultati non conformi a causa del superamento del valore massimo dei batteri E. coli e/o Enterococchi. Tre di questi campioni (0.4%) hanno portato alla dichiarazione di non potabilità dell’acqua a causa dell’alto contenuto di batteri».
Il tenore di arsenico è stato misurato nell’acqua in rete proveniente da 29 comprensori, dove vi è una presenza naturale di arsenico. Tutti i campioni hanno mostrato un tenore di arsenico inferiore al valore massimo di 10 µg/L fissato dalla OPPD.
In totale sono state emesse 25 notifiche di contestazione, di cui il 20% a seguito d'interventi ispettivi e l’80% a seguito di analisi.
«Anche per il 2022 i risultati confermano l’eccellente qualità dell’acqua potabile distribuita nel nostro Cantone - spiega il laboratorio cantonale - Questo risultato è stato ottenuto grazie a un’intensa attività di controllo, unita all’impegno delle aziende acque potabili e dei Comuni nell’implementazione del proprio controllo autonomo e nell’attuare le misure di miglioria. I risultati mostrano però anche la fragilità del nostro comparto idrico (in particolare nel sottosuolo) rispetto all’attività umana e confermano l’importanza di tutelare questo bene preziosissimo».
Grazie a una continua evoluzione delle tecniche analitiche, «le sostanze che possono essere ricercate nelle nostre acque sono in continuo aumento. Quest’aspetto, legato all’evoluzione delle conoscenze tossicologiche, rende i requisiti per l’acqua potabile sempre più alti. In questo modo, la qualità delle nostre acque è in continuo aumento, ma nel contempo questo aspetto rappresenta una grossa sfida per le aziende di approvvigionamento idrico che devono adattare i propri trattamenti di conseguenza».