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Manor Food, 600 prodotti locali e proposte "fatte in casa"

LUGANOManor Food, 600 prodotti locali e proposte "fatte in casa"

30.03.23 - 15:23
Intervista al direttore di Manor Food Federico Paganini, che ci svela tre motivi per cui i ticinesi vanno di meno a fare la spesa in Italia
Il direttore di Manor Food
Manor Food, 600 prodotti locali e proposte "fatte in casa"
Intervista al direttore di Manor Food Federico Paganini, che ci svela tre motivi per cui i ticinesi vanno di meno a fare la spesa in Italia

LUGANO - Fresco, fatto in casa, locale e con competenza. Sono queste le quattro parole che guidano la nuova filosofia di Manor Food, lanciata con la rinnovata veste del supermercato nel centro di Lugano. Dopo una ristrutturazione completa durata 14 mesi, il nuovo concetto punta sull’esperienza e su un’atmosfera di mercato mediterraneo. «Fare la spesa non deve essere solo acquistare qualcosa per nutrirsi - spiega il direttore Federico Paganini - vogliamo promuovere momenti speciali legati all'alimentazione, in negozio come a casa». 

Manor è sempre stato visto come un supermercato di fascia medio alta, è ancora così?
«Abbiamo una proposta differenziata, ci viene riconosciuto un ottimo rapporto qualità prezzo. Si possono scegliere i prodotti di alta gamma come offerte più abbordabili. Non vogliamo comunque puntare solo sul prezzo per far affezionare i clienti, ma sull’esperienza e sul rapporto con i fornitori locali. La questione fondamentale è comunque mantenere la promessa fatta».

Come rispondete alla storica concorrenza oltre confine?
«Il contesto economico ha fatto registrare una diminuzione del frontalierato. Ci sono tre elementi per cui molti ticinesi non si recano più in Italia a fare la spesa. Riconoscono prima di tutto il nostro profilo, ovvero alta qualità e offerta di prodotti locali e freschi, fatti in casa dai nostri esperti. Va inoltre sottolineato che i prezzi in Svizzera sono aumentati meno, rispetto al mercato italiano. Non dimentichiamo infine il traffico e quindi la benzina. Andare oltre confine conviene sempre meno».

Come avete fronteggiato l’aumento dei costi di gestione e delle materie prime?
«Per fare la nostra parte abbiamo scelto di fare meno margine, per non far ricadere solo sui clienti questi incrementi. Sono stati aumenti improvvisi e non negoziabili, ma siamo riusciti a essere concorrenti e in linea con il mercato su prodotti simili. Abbiamo ricevuto buoni riscontri».

Volete diventare un punto di riferimento per i prodotti locali?
«Sì, ci crediamo. Manor Food Lugano conta ora più di 600 prodotti che portano il label locale. Sono gli stessi capi reparto che creano un rapporto diretto con i partner, recandosi anche nelle loro aziende. I piccoli imprenditori sono felici di crescere con noi mantenendo produzioni di nicchia, con noi non sono infatti obbligati a fare grandi numeri potendo garantire le loro caratteristiche uniche. Siamo il loro market place offline, diamo loro una grande visibilità. Gli stessi produttori locali saranno nel supermercato a parlare in prima persona con i clienti».

In cosa consiste il "fatto in casa"?
«Ogni reparto lavora internamente i prodotti, potete ad esempio vedere dal vivo i nostri macellai che preparano una luganighetta. Possiamo vantare il più grande assortimento bio della Svizzera e collaboratori che portano la loro passione e competenza. La panetteria e la pasticceria sono interamente seguiti dai nostri esperti che usano solo materie prime locali. Tutti i giorni si trovano prodotti freschi».

Come affrontate il tema dello spreco alimentare?
«I prodotti freschi, ancora buoni, vengono utilizzati nei nostri prodotti lavorati come i pasti pronti, che sono in forte aumento anche per la cena. Inoltre usufruiamo del servizio TooGoodToGo e abbiamo una collaborazione con una confraternita. Facciamo attente analisi in merito ai prodotti in scadenza o in eccesso per sprecare il meno possibile, per noi è anche sinonimo di guadagno».

Prima ha parlato di mediterraneità. Che cosa intende esattamente?
«Fa parte dell’esperienza di spesa e consumo. Puntiamo sulla teatralizzazione dell’offerta. Che deve essere bella, i prodotti parlano da soli, quindi non saranno mai esposti senza un criterio. I colori, ad esempio, sono fondamentali. Si tratta di una questione culturale, un vivere l’alimentazione in modo consapevole, nel supermercato come a casa».

Quali sono i vostri obiettivi futuri?
«Continueremo su questa strada cercando di proporre ai nostri clienti un’alimentazione sana e consapevole. Possiamo parlare di educazione alimentare, dal prodotto all’etichetta, nella quale metteremo sempre più informazioni, anche nutrizionali, per favorire una dieta bilanciata. Inoltre aumentano i servizi, come la gastronomia, è possibile ora mangiare sul posto, farsi preparare dei piatti o ordinare da casa i prodotti. Aumenteranno le proposte legate ad esigenze alimentari diverse, come nei casi di intolleranze. Cercheremo sempre di rispondere alle esigenze del mercato per quanto riguarda gusti e consumi».

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COMMENTI
 

Nino Greco 1 anno fa su tio
Sig. F. Paganini buongiorno, complimenti per l'intervista. Giustamente la comunicazione è un arte!! Parole sue. "il locale e fatto in casa"ha avuto la sua forza motrice in Ticino /Lugano. Tanto merito a P. B. e. F. R. 🙏🙏🙏 Ps. Occhio al Panettone. 😂 😂 😂

Majra 1 anno fa su tio
Bravo Federico!

Sciguetto 1 anno fa su tio
Bah, un altro che racconta bubbole sul fatto che conviene meno fare la spesa in Italia… peccato che confonda i frontalieri con chi va a fare la spesa in Italia… 😂😂.

Enrico88 1 anno fa su tio
bello é bello, ma una schiarita al soffitto non si poteva dare? già si va "in cantina"..con il soffitto così é un po' triste :D

M70 1 anno fa su tio
prodotti locali bene, abbassate i prezzi e assumete personale indigeno!
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