Lo stop voluto dall'Italia all'Accordo di Dublino potrebbe protrarsi fino al mese di maggio. E forse anche oltre.
BERNA / ROMA - Che succede all'Accordo di Dublino? Per ora nulla. E non è chiaro nemmeno quando il trattato europeo verrà ristabilito con l'Italia. I Cantoni hanno ricevuto da parte della Segreteria di Stato per la Migrazione (Sem) una direttiva in cui viene chiesto di non avviare alcuna procedura di rimpatrio verso il Bel Paese almeno fino a maggio.
Nel mese di dicembre la premier Giorgia Meloni ha dichiarato che il suo Paese non intende più aderire all'Accordo, in quanto sostiene che l'Italia non sia in grado di accogliere le persone che cercano rifugio. In questo modo, tuttavia, chi arriva a oltrepassare la frontiera svizzera illegalmente, deve forzatamente essere preso in custodia e non può essere rimandato indietro. E il cantone maggiormente toccato al momento sarebbe il Ticino.
La Nzz am Sonntag ha avuto accesso a uno scambio di posta elettronica tra la Sem e i Cantoni. In una circolare la Sem comunicato alle autorità cantonali che «almeno fino al due maggio» non sarà possibile effettuare i rimpatri previsti nell'Accordo di Dublino verso l'Italia.
Al momento i casi pendenti sono circa 300 e i cantoni hanno fino a sei mesi per rimandare indietro le persone che attraversano illegalmente il confine svizzero. Ciò vuol dire che i primi termini scadranno alla fine di maggio. E, considerando che una pratica di questo tipo costa tempo e soldi, non ci sarà probabilmente il margine necessario per procedere ai rimpatri.
Lato ticinese, è stato interpellato il consigliere nazionale Marco Romano che, come già alcuni mesi fa, non si aspetta a un rapido miglioramento. Tuttavia, la Svizzera può ancora rimpatriare verso Italia con una procedura rapida e semplice le persone fermata al confine meridionale che non vogliono chiedere asilo nel nostro Paese. Questo perché si tratta di una procedura regolata in un trattato statale separato e, in una certa misura, funziona ancora oggi. Ma Romano teme che Meloni fermi anche quello. «Nel mezzo di un'ondata di profughi sarebbe un vero disastro per il Ticino».