Post Covid: il medico Olaf Kuhnke è critico in merito alla gestione della pandemia e ai presunti effetti collaterali del vaccino.
ROVEREDO (GR) - «È un silenzio sconcertante che mi dà fastidio. Un silenzio che mi rende triste e deluso». Olaf Kuhnke, responsabile del centro Orthobiomed di Roveredo Grigioni e presidente onorario della Zaen, la più grande associazione in Europa per la medicina complementare, è da sempre una voce critica del panorama sanitario elvetico. Il silenzio a cui si riferisce è quello delle autorità e della scienza dopo la fase acuta della pandemia da Covid-19. Interpellato da Tio/20Minuti, Kuhnke sorride. «Ma credetemi, è un sorriso amaro».
Cosa le fa più male?
«Il fatto di non sentire nessuno ai piani alti che dica "abbiamo sbagliato", "abbiamo esagerato". Il fatto che alla popolazione non vengano poste delle scuse».
Lei era contrario al vaccino.
«All'epoca c'erano confusione e disinformazione. Quindi all'inizio ero favorevole. Poi le cose sono diventate più chiare. Il vaccino non proteggeva dal contagio e non proteggeva nemmeno il prossimo. E l'effetto aveva una durata davvero breve. Sono state fatte promesse che non potevano essere mantenute».
Però il vaccino diverse vite le ha salvate. O no?
«Io vedo tante persone che si sono vaccinate e che oggi hanno il sistema immunitario molto basso, a pezzi. Persone che prima del vaccino stavano in perfetta salute. Non parlo di 2-3 casi. Senza contare quelle persone che hanno avuto effetti collaterali ben peggiori. Personalmente osservo con una certa curiosità i dati americani VAERS sui problemi post vaccinazione: miocarditi +1200%, aritmie +985%, pericarditi +810%, problemi mestruali +15.000%, ritorno di malattie precedentemente in remissione o guarite +7900%. Mi fermo qui, perché poi mi diranno che non ho le prove di ciò che dico».
Sono dati che si basano su segnalazioni. Non si tratta di vere e proprie statistiche. In ogni caso lei ritiene che non ci sia sufficiente trasparenza?
«No. Andrebbe spiegato come si sono evolute le cose già a partire dal periodo precedente questa catastrofe che segnala la fine di una cultura sanitaria. Io non sono nessuno per farlo, dovrebbero farlo le autorità sanitarie. Ma non lo fanno. Meglio tacere o dire che ormai c'erano degli ordini da eseguire. Quando salta fuori qualche studio che potrebbe smentire quanto è stato imposto alla popolazione, si trova sempre una scusa per smentirlo».
Ci sono state anche imposizioni.
«Questa situazione poteva essere affrontata molto più serenamente. Invece si è puntato sulla paura e sull'intimidazione. La gente era terrorizzata. E la paura non se n'è andata ancora oggi. Diverse persone hanno ancora tante conseguenze a livello psicologico. D'altra parte questo è un Paese in cui già prima del Covid si consumava una quantità esagerata di psicofarmaci. Guardate adesso le statistiche che rivelano l'esplosione delle depressioni o dei suicidi. Tutto ciò è orrendo».
Bisognava proteggere le categorie più deboli dal Covid...
«Pensate davvero che abbiamo protetto gli anziani, escludendoli dal resto della società? Abbiamo davvero protetto delle persone, negando loro il contatto con i parenti o addirittura con un sacerdote negli ultimi momenti della loro vita?»
Teoricamente sì.
«Spiace dirlo ma questo modo di fare ha solo creato intimidazione ed emarginazione. Non è assolutamente detto che le persone sopravvissute ce l'abbiano fatta grazie al vaccino o alle restrizioni. Certo, io capisco che chi portava avanti determinate idee, non le ritratterà mai».
Qual è il suo parere sulla divisione venutasi a creare tra vaccinati e non vaccinati?
«Lo potete intuire. La paranoia è stata diffusa dall'alto. Le autorità non avrebbero dovuto permettere che si arrivasse a simili discriminazioni. E invece è accaduto anche questo. Qualsiasi persona aveva il diritto di potere avere dei dubbi di fronte a un vaccino così giovane, "sperimentale"».