Impedire l'assunzione di alunni giudiziari stranieri presso il Cantone? I Giuristi praticanti ticinesi non ci stanno.
LUGANO - Non assumere alunni giudiziari di nazionalità straniera.
È questa una delle indicazioni contenuta in una direttiva firmata dalla Direttrice della Divisione della Giustizia del Cantone, Frida Andreotti, che non è passata inosservata all’Associazione giuristi praticanti ticinese (AGP), la quale ha oggi manifestato la propria contrarietà in un comunicato stampa.
Si tratterebbe di uno dei criteri, indirizzati ai presidenti delle magistrature permanenti del Cantone, relativi ai contingenti d’assunzione degli alunni (coloro che devono fare il periodo di pratica legale o alunnato giudiziario, prima degli esami di avvocatura). Stando all’AGP si può leggere tra le varie indicazioni anche quella di escludere dai processi d’assunzione gli alunni di nazionalità straniera, ma anche di dare precedenza a coloro che hanno studiato in un’università svizzera.
Qualcosa che il Presidente e il Vicepresidente dell’AGP (risp. l'avv. Michelle Aleo e l'avv. Filip Cerimanovic), contattati telefonicamente da Tio/20 Minuti, trovano inaccettabile. Questo perché vengono così esclusi i frontalieri con permesso G, ma anche chi ha un permesso B o C, senza alcuna eccezione.
«Discriminatoria»
Si tratterebbe quindi di una direttiva «discriminatoria che viola espressamente l'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC), la Legge federale sulla libera circolazione degli avvocati (LLCA) e anche Legge e Regolamento cantonale sull'avvocatura (LAvv e RAvv)». C'è poi preoccupazione per gli alunni in quanto è stata paventata anche una riduzione del contingente per l'anno prossimo.
Dall'associazione ci spiegano che viene anche esplicitato che prima di dare conferma a qualsiasi alunno, in relazione a un’assunzione, va prima ottenuto il nullaosta della Divisione della giustizia. E questo porta a un secondo problema, quello della separazione dei poteri: il magistrato, che dovrebbe essere indipendente, non ha invece più la libertà e il diritto di scegliere chi impiegare.
Per fare luce sulla questione, i membri dell’associazione hanno quindi preso contatto con la Divisione della giustizia, la Commissione per l’avvocatura, il Consiglio della Magistratura come pure l’Ordine degli avvocati (OATI). Le ultime due in particolare devono ancora far pervenire una loro presa di posizione a riguardo.
Dal canto suo, la Direttrice della Divisione della Giustizia Frida Andreotti ha dichiarato alla Regione che si tratterebbe di un «non problema», poiché «negli anni abbiamo notato che la maggior parte dei casi di praticanti stranieri domiciliati con percorso scolastico in Svizzera aveva in corso una procedura di naturalizzazione». La Direttrice ha poi ribadito anche che non si tratta di un'operazione di risparmio.