Il testo è stato definitivamente approvato a Roma con 239 voti a favore e nessun contrario. Ecco quello che c'è da sapere.
ROMA - La Camera dei deputati italiana ha approvato oggi con 239 voti a favore e nessun contrario l'accordo tra Roma e Berna sulla fiscalità dei frontalieri. Nella relativa legge figurano anche emendamenti, relativi all'imposizione del telelavoro e all'eliminazione della Svizzera dalla lista nera delle persone fisiche, introdotti nella norma pochi giorni fa. Il testo torna al Senato per l'approvazione definitiva.
La legge relativa all'Accordo tra Italia e Svizzera sull'imposizione dei lavoratori transfrontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione tra i due paesi per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio era stata accolta dai senatori il primo febbraio.
Gli emendamenti sono stati proposti dal governo italiano dopo la firma, il 20 aprile, di una dichiarazione da parte della consigliera federale Karin Keller-Sutter e del ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti concernente la regolarizzazione di questioni fiscali pendenti. In particolare Roma si è impegnata a togliere la Svizzera dalla black list del 1999.
La Confederazione e la vicina Repubblica hanno trovato anche una soluzione transitoria in merito all'imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri valida fino al 30 giugno. Durante la pandemia da coronavirus, nel giugno 2020, Berna e Roma avevano concluso un accordo che prevedeva «eccezionalmente e provvisoriamente» regole speciali sull'imposizione del telelavoro. Questo accordo non era stato prorogato oltre il 31 gennaio di quest'anno a causa della fine delle restrizioni alla libera circolazione.
Il dossier torna al Senato
La Commissione finanze della Camera dei deputati il 26 aprile ha avallato gli emendamenti proposti dal Consiglio dei ministri relativi a queste due questioni. Oggi è giunta l'approvazione dei deputati. Visti gli emendamenti, il Senato dovrà nuovamente deliberare.
Il nuovo accordo relativo all'imposizione dei frontalieri, sottoscritto il 23 dicembre 2020 dopo anni di trattative, sostituirà quello del 1974. Da parte svizzera, era stato approvato in via definitiva dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2021 e poi dal Nazionale il primo marzo dello scorso anno, mentre nella vicina Penisola l'iter ha subito notevoli ritardi, anche a causa dei cambiamenti al governo.
Frontalieri nuovi e attuali
Grazie all'intesa - alla cui negoziazione hanno partecipato anche le autorità ticinesi, grigionesi e vallesane nonché le organizzazioni sindacali e l'Associazione Comuni italiani di frontiera - la Svizzera tratterrà l'80% (oggi poco più del 60%) dell'imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio. Questa categoria sarà tassata in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata.
Alle persone che lavorano o hanno lavorato in Ticino, nei Grigioni e in Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo si applica invece un regime transitorio. Essi, i cosiddetti frontalieri attuali, continueranno a essere tassati esclusivamente in Svizzera. La Confederazione verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte.
«I Comuni di frontiera avranno un finanziamento di 89 milioni di euro (87,2 milioni di franchi) annui, e per potenziamento infrastrutture e sostegno ai salari arrivano 1,66 milioni di euro con l'istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico», ha detto in aula Franco Tirelli (Movimento associativo italiani all'estero), eletto nella Circoscrizione Estero (America meridionale).
Forza Italia e Lega: importante passo avanti
Sempre secondo l'accordo, in futuro il "lavoratore frontaliere" includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall'entrata in vigore dell'accordo.
L'accordo è «un importante passo avanti: dà certezze a migliaia di lavoratori italiani in Svizzera, consente ai più fragili colpiti dalla crisi degli ultimi anni di ottenere ammortizzatori sociali e introduce meccanismi di flessibilità che consentiranno, con intese bilaterali, di dare risposte più veloci ed efficaci ad eventuali problemi che dovessero sorgere in futuro», scrive in un comunicato Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia nella commissione affari costituzionali. Il deputato esprime anche grande soddisfazione in merito alla fiscalità del telelavoro.
Anche i leghisti Eugenio Zoffili, Stefano Candiani, Paolo Formentini e Simone Billi celebrano il voto odierno: «Un risultato importante che tutela i diritti acquisiti dai 'vecchi' frontalieri e che conferma i ristorni ai Comuni di frontiera», dichiarano all'agenzia di stampa italiana Adnkronos.
Aggiungono però: «Occorre garantire anche all'economia dei territori italiani di confine regole equivalenti, o comunque prossime, a quelle dei territori svizzeri di confine, in modo tale da rendere più omogenea la capacità di competere dei territori confinanti. Per questo abbiamo ottenuto dal governo l'impegno a valutare l'importanza di istituire una zona economica speciale (ZES) delle aree di confine per le province di Verbano Cusio Ossola, Varese, Como e Sondrio». I deputati leghisti vedono poi con estremo favore «l'uscita della Svizzera dalla 'black list'».