La SSIC: «Partenariato sociale messo a dura prova». Tra i temi portati in assemblea anche i falsi risparmi e la carenza di personale
BELLINZONA - Si è svolta oggi a Biasca la 106esima Assemblea generale ordinaria della Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (SSIC) Sezione Ticino. Tra i temi trattati, sono spiccati chiaramente la «messa in discussione da parte di Unia del partenariato sociale», una politica degli investimenti «eccessivamente prudente» e l’attività della SSIC TI nell’ambito del risanamento e dell’ampliamento del proprio patrimonio immobiliare.
Partenariato sociale «messo a dura prova da Unia»
La SSIC TI si è detta per il partenariato sociale, sottolineando però che questo «non può ridursi a una lista interminabile di possibili rivendicazioni sindacali, in particolare se si tiene in considerazione che negli ultimi 4 anni gli stipendi nel mondo della costruzione sono aumentati di almeno 310 franchi al mese (oltre 4'000 franchi all’anno)».
La Società impresari costruttori ha spiegato di aver avviato delle trattative per mantenere un Contratto collettivo di lavoro cantonale. «Con scopo esclusivamente strumentale, Unia non ha ancora voluto firmare un accordo, dove la parte padronale ha fatto numerose concessioni, assumendosi la responsabilità di mettere a rischio tutto l’impianto del partenariato sociale cantonale nell’ambito della costruzione».
«Non si facciano falsi risparmi sugli investimenti»
Per quanto riguarda le cifre, il 2023, almeno per i primi mesi, ha mostrato un «drastico calo» degli appalti pubblicati sul foglio ufficiale: «da circa 13 al mese del periodo pre-pandemia si è passati nel 2022 a circa 10 e nei primi mesi del 2023 a 6», viene sottolineato.
Un fenomeno che ha immediatamente attenzionato la SSIC TI: «Non si vorrebbe che si trattasse di un pericoloso segnale legato a falsi risparmi effettuati sul fronte degli investimenti, in un momento dove le finanze pubbliche sono sotto pressione. Questo a maggior ragione in un periodo in cui il rialzo dei tassi di interesse rallenta il settore dell’edilizia abitativa».
Proprio con la volontà di essere di buon esempio, negli ultimi anni la stessa SSIC Sezione Ticino ha effettuato, sui suoi immobili, 2,2 mio di investimenti oltre che pianificato interventi dal profilo energetico di quasi 5 mio presso il suo Centro di formazione a Gordola che presto entrerà in un’importante fase di ampliamento per un volume di quasi 28 mio di franchi.
Carenza di manodopera: «Agire ora per raccogliere le sfide future»
Tema centrale, considerate anche le sfide energetico-ambientali, è stato anche quello della carenza di personale qualificato. «Purtroppo, nonostante ottime condizioni salariali e un settore che ha visto una forte digitalizzazione e meccanizzazione, alcuni stereotipi sono duri a morire - ha sottolineato la SSIC -. La convinzione che i profili professionali nell’ambito dell’edilizia siano delle scelte di serie B, nonostante un muratore possa, con impegno e capacità, ricoprire diversi ruoli fino ad arrivare ad essere ingegnere, è ancora radicata e richiede un lavoro su più livelli per essere superata». Aspetti, questi, toccati da Paolo Ortelli in veste di Direttore del Centro di formazione professionale di Gordola.
L’analisi della situazione congiunturale nel settore ticinese della costruzione è invece stata affidata al Direttore della SSIC Sezione Ticino Nicola Bagnovini che ha proposto una valutazione dei principali indicatori statistici di riferimento.